Il catalogo dell’Ocean&Climate Village è online

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È online il catalogo dedicato all’Ocean&Climate Village, l’esibizione itinerante di IOC/UNESCO dedicata al nesso tra oceano e clima.

Ocean&Climate Village è la prima mostra itinerante, interattiva ed educativa dedicata a oceano e clima, sviluppata dall’Ufficio Regionale per la Scienza e la Cultura in Europa e la Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO, nell’ambito dell’iniziativa All4Climate di Pre-COP26 e nel contesto del Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (2021-2030).

L’obiettivo di Ocean&Climate Village

Ocean&Climate Village è uno strumento innovativo per diffondere i principi dell’Educazione all’Oceano e promuovere un cambiamento trasformativo nel modo in cui la società considera e vive l’oceano.
Al centro di questo lavoro di sensibilizzazione ci sono i giovani e i diversi settori della società, con l’obiettivo di crescere una Generazione Oceano che, per il 2030, avrà maturato non solo una piena consapevolezza dell’importanza dell’oceano e una conoscenza scientifica adeguata, ma che sarà anche pronta a diventare protagonista del cambiamento di cui il mondo ha bisogno.

Ocean&Climate Village Venezia
Il team IOC-UNESCO, insieme ai volontari del CNR-ISMAR e dell’Università Ca’ Foscari, ha guidato i piccoli e grandi visitatori spiegando i contenuti della mostra e offrendo laboratori didattici.

Il catalogo Ocean&Climate Village

Come l’esperienza fisica dell’Ocean&Climate Village, il suo catalogo raccoglie le opere presenti all’interno dell’esibizione attraverso il racconto degli illustratori che hanno partecipato alla realizzazione dei pannelli.
Ma non solo, il catalogo è ricco di testimonianze di persone che in tutto il mondo lavorano per la preservazione dell’oceano, dei patrimoni culturali e naturali e che dedicano le proprie capacità alla divulgazione di conoscenza e alla creazione di una consapevolezza collettiva volta al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Il catalogo è disponibile in lingua italiana e inglese in formato PDF e digitale.

Chi ha contribuito al catalogo?

L’Ocean&Climate Village e il suo catalogo sono stati ideati e sviluppati dal team che lavora alle iniziative di Educazione all’Oceano di IOC/UNESCO, ma molte sono le persone che hanno dato il proprio contributo alla loro realizzazione:

  • Vladimir Ryabinin, Segretario Esecutivo della Commissione Oceanografica Intergovernativa (IOC) dell’UNESCO
  • Peter Thomson, Inviato Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per l’oceano
  • Francesca Santoro, Senior Programme Officer – Ocean Literacy, IOC-UNESCO
  • Victoria Alis, Delegata Youth4Climate per le Seychelles alla pre-COP26
  • Luca Fois, Professore di Design degli Eventi al Politecnico di Milano membro di CiLab
  • Anne de Carbuccia, Artista ambientale
  • Marcello Ziliani, Professore di Design all’Università degli Studi di San Marino
  • Federico Girotto, Designer e Davide Santini, Art Developer, ideatori e sviluppatori di UpSea Down
  • Kerstin Forsberg, biologa marina e imprenditrice sociale
  • Daniela Basso, Professoressa di Paleontologia e Geobiologia dell’Università di Milano-Bicocca
  • Fabien Cousteau, Acquanauta, Esploratore dell’Oceano e Environmental Advocate
  • Marco Bravetti, Main Chef presso l’Associazione culturale Spiazzi, progetto gastronomico TOCIA!
  • Barbara Davidde, Soprintendente della Soprintendenza Nazionale per il patrimonio culturale subacqueo
  • Henrik Oksfeldt Enevoldsen, Programme Coordinator, IOC-UNESCO
  • Vinicius Lindoso, responsabile della comunicazione, IOC-UNESCO

Il catalogo riporta anche la raccolta delle illustrazioni presenti nell’Ocean&Climate Village direttamente narrate dai loro illustratori e illustratrici: Maria Boragno, Clara Fois, Esteban Gottfried Burguett, Folco Soffietti, Yue Liu, Camilla Tomasetti, Chiara Cortese e Maia Lihuen Seri.

Nella sezione dedicata alla Generazione Oceano, il catalogo raccoglie le testimonianze e i progetti di persone che lavorano tutti i giorni con il mare, contribuendo alla formazione di una generazione consapevole dell’importanza dell’oceano per la nostra vita e dell’impatto che le nostre azioni quotidiane hanno sull’oceano.

Che cos’è il Trattato per la protezione dell’Alto Mare?

Copertina_Trattato Alto Mare

Da oggi, per una settimana, i leader mondiali si riuniscono nella sede delle Nazioni Unite di New York per negoziare un trattato per la protezione dell’oceano “Trattato per la protezione dell’Alto Mare” (UN High Seas Treaty). L’occasione è la quinta sessione della Conferenza intergovernativa sulla biodiversità marina delle aree al di là della giurisdizione nazionale (BBNJ).

L’Alto Mare è l’area di mare che si trova al di là della Zona Economica Esclusiva (ZEE) nazionale – oltre le 200 miglia nautiche dalla costa, se gli Stati hanno dichiarato la EEZ – e occupa circa due terzi dell’oceano. Questa zona fa parte delle acque internazionali, quindi al di fuori delle giurisdizioni nazionali, in cui tutti gli Stati hanno il diritto di pescare, navigare e fare ricerca, per esempio. Allo stesso tempo, l’Alto Mare svolge un ruolo vitale nel sostenere le attività di pesca, nel fornire habitat a specie cruciali per la salute del pianeta e nel mitigare l’impatto della crisi climatica.

Allo stesso tempo, nessun governo si assume la responsabilità della protezione e della gestione sostenibile delle risorse di Alto Mare, il che rende queste zone vulnerabili. Di conseguenza, alcuni degli ecosistemi più importanti del pianeta sono a rischio, con conseguente perdita di biodiversità e habitat. Secondo le stime, tra il 10% e il 15% delle specie marine è già a rischio estinzione.

Uno degli obiettivi del trattato è invertire il trend di declino della salute dell’oceano e della perdita di biodiversità ed ecosistemi per le generazioni future e per le popolazioni costiere che dipendono dal mare come fonte di cibo e sostentamento, reddito e svago.

Il dialogo per il Trattato per la protezione dell’Alto Mare si concluderà il 26 agosto e rappresenta il secondo momento del 2022 per trovare un terreno comune per l’oceano. La prima occasione è stata a fine giugno a Lisbona durante la Conferenza delle Nazioni Unite sull’Oceano.

Perché è importante il Trattato per la protezione dell’Alto Mare?

Circa il 70% dell’oceano è Alto Mare, l’ultima zona selvaggia e non propriamente regolamentata del pianeta. La vita marina che vive in queste zone è a rischio di sfruttamento, estinzione ed è vulnerabile alle crescenti minacce della crisi climatica, della pesca eccessiva e del traffico marittimo.
Poiché gli ecosistemi in Alto Mare sono scarsamente documentati, i ricercatori temono che gli organismi possano estinguersi prima di essere scoperti. Questo impedisce di studiare propriamente i ritmi di perdita di biodiversità del pianeta, sviluppare modelli previsionali sempre più accurati e accedere a nuove opportunità per le industrie farmaceutiche e di cosmesi.

Ad oggi, la gestione delle attività in mare e la tutela della biodiversità marina sono regolate dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (UNCLOS), firmata nel 1982 e rettificata da 158 Stati Membri. Questa Convenzione ha dei limiti, soprattutto sulle tematiche che riguardano l’Alto Mare e la tutela della biodiversità.

Gli Stati Membri delle Nazioni Unite, le Organizzazioni Non Governative, gli scienziati e i ricercatori ritengono che questo sia un momento cruciale per la definizione di un Trattato dell’Alto Mare che determinerà il futuro dell’oceano, soprattutto per quanto riguarda la gestione delle sue risorse. In occasione dei precedenti negoziati, l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) ha affermato che la “tradizionale natura frammentata della governance dell’oceano” ha impedito un’efficace protezione dell’Alto Mare.

Il Trattato per la protezione dell’Alto Mare è in fase di negoziazione da anni, ma gli Stati Membri non sono ancora riusciti a trovare un accordo. L’obiettivo ora è quello di rendere il trattato legalmente vincolante. Per questo, almeno 49 Paesi, tra cui il Regno Unito e i Paesi dell’Unione Europea, hanno dichiarato di impegnarsi maggiormente per riuscire a raggiungere un accordo.

Eliann Dipp_Pexels_Trattato di Alto Mare
Eliann Dipp da Pexels

Quali sono i punti salienti del Trattato dell’Alto Mare?

In questi ultimi decenni l’avanzare della tecnologia e delle strumentazioni innovative hanno reso l’Alto Mare sempre più accessibile e, di conseguenza, le sue risorse sempre più facilmente estraibili. Anche per questo motivo è importante affiancare questa storica regolamentazione con uno strumento più attuale, olistico e che includa leggi di tutela dell’Alto Mare e della biodiversità che si trova oltre i confini di giurisdizione nazionale.

Uno degli obiettivi più ambiziosi del Trattato per la protezione dell’Alto Mare è quello di tutelare il 30% dell’oceano entro il 2030 attraverso la creazione di una rete di Aree Marine Protette. Attualmente solo l’1,2% dell’oceano è sotto protezione totale.
Circa due anni fa, cinquanta Stati hanno dichiarato di impegnarsi per raggiungere l’obiettivo di protezione del 30% delle terre e dei mari del pianeta. Ma senza un accordo, questi impegni non hanno alcuna base giuridica in Alto Mare.

Inoltre, prima di autorizzare attività commerciali in Alto Mare, come l’estrazione di minerali e risorse in acque profonde, si dovranno effettuare valutazioni di impatto ambientale.

Infine, la negoziazione offre l’opportunità di discutere la tutela della biodiversità marina e delle specie migratorie; la gestione della ricerca di risorse genetiche marine che possono avere un valore commerciale o scientifico per lo sviluppo di farmaci, vaccini e altre applicazioni farmaceutiche, chimiche e cosmetiche; la condivisione dei beni comuni; e i benefici legati al trasferimento di conoscenza e tecnologie.

Un accordo sul Trattato sulla protezione dell’Alto Mare contribuisce notevolmente al raggiungimento dei target dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 14 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 14_Decennio del Mare
Credit: Matt Curnock / Ocean Image Bank

A supporto del Trattato dell’Alto Mare

Peter Thomson, Inviato Speciale delle Nazioni Unite per l’Oceano ha espresso parole di speranza per la riuscita della negoziazione attraverso i canali di CBS News:

Dopo i grandi successi ottenuti quest’anno per la salute dell’oceano grazie all’Assemblea dell’Ambiente delle Nazioni Unite a Nairobi (UNNEA 5), dedicata all’inquinamento da plastica in mare, alla Conferenza ministeriale dell’Organizzazione Mondiale del Commercio di Ginevra dedicata all’esclusione di sussidi a metodologie di pesca dannose e alla Conferenza delle Nazioni Unite sull’Oceano (UNOC) di Lisbona, sono fiducioso che gli Stati Membri cavalcheranno l’onda positiva del 2022 verso la tutela della salute dell’oceano concludendo un trattato per l’Alto Mare a New York questo mese.

Peter Thomson, Inviato Speciale delle Nazioni Unite per l’Oceano

Molly Powers-Tora, sostenitrice delle tematiche dell’oceano, ha ribadito l’importanza storica di questi negoziati:

Questa settimana tutti gli occhi sono puntati sulle Nazioni Unite per verificare se riusciremo a raggiungere un consenso su un accordo internazionale che ci permetterà di proteggere e gestire in modo sostenibile il nostro Oceano per le generazioni future.

Molly Powers-Tora, Ocean Advocate

Miguel de Serpa Sorares, che ha tenuto un discorso di apertura per dare il via ai negoziati ha proclamato:

Dato il terribile stato dell’oceano del mondo, è giunto il momento di agire. Come esprimere meglio la nostra determinazione ad agire se non concludendo un accordo resiliente che garantisca la conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità nell’oceano globale.

Miguel de Serpa Sorares, Under-Secretary-General for Legal Affairs and UN Legal Counsel

Bibliografia:

UNESCO presenta il nuovo Rapporto sullo Stato dell’Oceano

UNESCO presenta il nuovo Rapporto sullo Stato dell'Oceano_UNESCO_Decennio del Mare

In occasione della seconda Conferenza delle Nazioni Unite sull’Oceano, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) ha lanciato il nuovo Rapporto sullo Stato dell’Oceano, State of the Ocean Report in inglese, che offre una panoramica sintetica e accessibile sullo stato attuale dell’oceano e mobilita la società globale ad agire – e a monitorare i progressi – verso gli obiettivi globali.

Il primo Rapporto sullo Stato dell’Oceano

Il primo rapporto è stato pubblicato come edizione pilota grazie al contributo si oltre 100 esperti in tutti i principali campi delle scienze marine, tra cui acidificazione, deossigenazione, inquinamento, allerta precoce degli tsunami, pianificazione dello spazio marino, gestione dei dati e infrastrutture abilitanti. Le future edizioni inviteranno anche altre agenzie delle Nazioni Unite a contribuire, seguendo il modello del Rapporto sullo Stato del Clima, pubblicato regolarmente dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale.

Il Rapporto aiuterà a monitorare in modo efficiente i progressi del Decennio del Mare e, col tempo, potrà diventare una pubblicazione attesa a livello mondiale che contribuirà in modo significativo a mobilitare la società globale ad agire verso “l’oceano di cui abbiamo bisogno per il futuro che vogliamo”.

Vladimir Ryabinin, Segretario Esecutivo IOC-UNESCO
UNESCO presenta il nuovo Rapporto sullo Stato dell'Oceano_UNESCO_Decennio del Mare
Before and after coral restoration near Komodo. © Martin Colognoli / Ocean Image Bank

Il Rapporto raccoglie in modo sintetico le conoscenze più aggiornate sullo stato dell’oceano – dall’inquinamento alla biodiversità -. Uno strumento che riporta tutte le informazioni chiave di cui i responsabili politici e imprenditori hanno bisogno per prendere decisioni informate sulla protezione dell’ambiente marino e sulla pianificazione dello spazio marittimo. Per dare un ordine e rendere facilmente fruibili le informazioni, la pubblicazione segue le 10 sfide del Decennio del Mare.

Questa edizione pilota del Rapporto sullo Stato dell’Oceano è stata sviluppata da IOC-UNESCO per dimostrare la fattibilità di tenere il mondo aggiornato sullo stato attuale dell’oceano. È intesa come complementare ad altre valutazioni, come il World Ocean Assessment e i rapporti del Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC) e della Piattaforma Intergovernativa Scienza-politica sulla Biodiversità e i Servizi Ecosistemici (IPBES). 

Alcuni dati estrapolati dal rapporto

  • La perdita di habitat è un problema globale. Si è assistito a un rapido declino delle barriere coralline, delle praterie di fanerogame marine e delle zone umide costiere. Uno dei fattori è il cambio nelle proporzioni nella quantità dei singoli nutrienti che raggiungono l’oceano a partire dai fiumi.
  • È allarmante il fatto che l’oceano stia perdendo ossigeno rapidamente, un ritmo stimato al 2% dal 1960 e che probabilmente non ha precedenti nella storia recente della Terra.
  • Alterazioni nella struttura delle reti alimentari sono spesso osservate a causa dell’eutrofizzazione negli ecosistemi marini costieri, con cambiamenti nella struttura delle comunità bentoniche e un calo dello zooplancton che influisce sulla produzione ittica commerciale.
  • Si ritiene che il fondale dell’oceano sia la destinazione di gran parte della plastica che entra nell’oceano, ma è anche la regione più scarsamente descritta. Un’analisi ha rivelato che circa il 30-40% degli oggetti individuati in profondità era costituito da macroplastica e fino al 90% di questi, in acque più profonde di 6.000 m, erano oggetti monouso.
  • L’acidificazione dell’oceano continuerà ad aumentare: si prevede che il pH della superficie dell’oceano aperto diminuirà di circa 0,3 unità entro il 2081-2100, rispetto al periodo 2006-2015, in base all’RCP8.5 (IPCC, 2019). Nonostante il numero crescente di stazioni di osservazione per raccogliere dati sull’acidificazione, l’attuale copertura è inadeguata.
  • Il riscaldamento climatico è stato correlato con lo spostamento di migliaia di specie marine dalle basse alle medie latitudini, soprattutto nell’emisfero settentrionale. Tuttavia, il principale rischio di estinzione per la biodiversità marina rimane la pesca, sia direttamente che attraverso le catture accessorie e gli impatti della pesca a strascico sugli habitat dei fondali marini.
  • Gli studi condotti hanno dimostrato che il tasso di innalzamento medio globale del livello del mare ha subito un’accelerazione passando da 2,1 mm/anno nel periodo 1993-2002 a 4,7 mm/anno nel periodo 2013-2021.
  • Migliorare l’educazione all’oceano a livello globale è fondamentale per la sostenibilità futura dell’oceano, delle coste e dei mari. Guardando al futuro, le iniziative globali beneficeranno degli investimenti nel quadro d’azione per l’oceano, rafforzato attraverso il programma Ocean Literacy With All (OLWA), lanciato nel 2021.

Quando uscirà il prossimo Rapporto sullo Stato dell’Oceano?

Il Rapporto sullo Stato dell’Oceano adi UNESCO verrà pubblicato ogni anno per la Giornata Mondiale dell’Oceano delle Nazioni Unite.

Chi è e di cosa si occupa IOC-UNESCO?

IOC-UNESCO, ente alla guida del nuovo rapporto, è il principale organismo delle Nazioni Unite per la promozione e il coordinamento internazionale delle scienze marine. La missione di IOC-UNESCO è di migliorare la gestione dell’oceano, delle coste e delle risorse marine a livello globale. Ospitata all’interno dell’UNESCO, la Commissione consente a 150 Stati Membri di lavorare insieme coordinando i programmi di sviluppo delle capacità, le osservazioni e i servizi oceanici, le scienze oceaniche e l’allarme tsunami. L’impegno di IOC-UNESCO ha lo scopo finale di promuovere soluzioni basate sulla scienza per questioni economiche e sociali fondamentali.

Bibliografia:

UNESCO Press Release: https://ioc.unesco.org/news/unesco-launches-new-state-ocean-report-monitor-progress-meeting-global-goals

Lettera al Mar Mediterraneo

Lettera al Mar Mediterraneo_Decennio del Mare

Per la Giornata del Mar Mediterraneo abbiamo deciso di dedicargli una lettera: la “Lettera al Mar Mediterraneo”. Un modo per rinnovare il nostro impegno per la sua tutela, per educarci al mare ogni giorno, per conoscerlo meglio promuovendo la ricerca oceanografica, per rinnovare la nostra curiosità e attenzione nei suoi confronti.

Caro Mediterraneo,

ci fai da casa, respiro e vista mare. 
Ma noi ti amiamo male.

Caro Mediterraneo,

Di tutti i mari del mondo, sei il più sovrapescato e anche se le cose stanno migliorando, c’è un po’ di strada da fare per preservare le tue specie e le tue risorse.

Caro Mediterraneo,

Sei tanto salato, e uno dei più caldi anche in profondità, e purtroppo così rovente non sei stato mai: sei caldo come se ti scoppiassero dentro 7 bombe atomiche al secondo

Caro Mediterraneo,

La colpa è nostra, ma te lo giuriamo: ti vogliamo un gran bene. È per questo che veniamo sempre a trovarti: sei di gran lunga la meta turistica preferita da viaggiatori e viaggiatrici di tutto il mondo.

Caro Mediterraneo,

Devi crederci, però, quando ti diciamo che ce la stiamo davvero mettendo tutta, e abbiamo dedicato alle scienze del mare questi 10 anni per curare anche te.

Caro Mediterraneo,

Quest’estate – promesso – non sprecheremo né disperderemo nulla che possa arrivare nelle tue acque a dare fastidio a te e alle tue specie.

Caro Mediterraneo,

Ti promettiamo di godere della tua presenza per quello che è: una benedizione.

e soprattutto, caro Mediterraneo,

ti promettiamo di vederti: perché non c’è modo più vero di amare qualcuno.

Guardaci anche tu, mentre ci mettiamo la maschera e il boccaglio e ammiriamo le tue immense ricchezze: allora sentirai di essere amato.

Lettera al Mar Mediterraneo_Decennio del Mare
Artiom Vallat da Unsplash

UNESCO Tsunami Ready: 100% delle comunità costiere a rischio tsunami formate entro il 2030

Blue Schools Network

Alla Conferenza delle Nazioni Unite sull’Oceano, Audrey Azoulay, DG dell’UNESCO, ha annunciato un nuovo programma globale per garantire che il 100% delle comunità costiere sia “pronto per gli tsunami” entro il 2030. In questa occasione è anche stata nominata “UNESCO Champion for the Ocean And Youth” Maya Gabeira, surfista brasiliana di Big Wave.

La Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO è alla guida del Decennio delle Nazioni Unite delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile dal 2021 al 2030. Uno degli obiettivi del Decennio del Mare è proprio quello di avere un’oceano sicuro, accessibile e predicibile. Perseguendo questa visione, il programma UNESCO “Tsunami Ready” porterà alla formazione di tutte le comunità costiere a rischio tsunami.

Per diventare “Tsunami Ready”, una comunità deve:

  • sviluppare un piano di riduzione del rischio tsunami
  • designare e mappare le zone a rischio tsunami
  • sviluppare materiali di sensibilizzazione e di educazione pubblica
  • creare mappe di evacuazione dello tsunami di facile consultazione
  • e mostrare pubblicamente le informazioni sullo tsunami.

Il sistema globale di allerta tsunami, guidato dall’UNESCO, è particolarmente efficace nel rilevare rapidamente gli tsunami. Ma dare l’allarme non basta: per salvare vite umane, le comunità costiere devono anche essere addestrate a rispondere nel modo giusto. L’UNESCO si sta impegnando a formarle in tutto il mondo entro il 2030.

Audrey Azoulay, Director-General of UNESCO
Blue Schools Network
Matt Hardy from Pexels

Quaranta comunità pilota formate con successo

Già sperimentato in quaranta comunità in 21 Paesi, il programma UNESCO Tsunami Ready sarà esteso a livello globale ad altre comunità costiere vulnerabili. Il programma prevede dodici indicatori adattati a livello locale che coprono tutte le fasi, dalla valutazione del pericolo alla preparazione e alla risposta.

I partner principali si sono già fatti avanti per sostenere l’impegno. Tra loro troviamo la Strategia Internazionale delle Nazioni Unite per la riduzione dei disastri (UNDRR), l’Unione Europea e i principali Paesi donatori come Australia, Giappone, Norvegia e Stati Uniti.

Gli tsunami hanno un impatto diverso sulle comunità, non esiste un piano unico per tutti. Ora, attraverso questo nuovo programma, tutte le comunità possono attingere all’esperienza dell’UNESCO per costruire una strategia su misura per i fattori di rischio locali. Per mantenere questo ambizioso impegno, mobiliteremo ingenti risorse finanziarie facendo leva su importanti partenariati.

Vladimir Ryabinin, Executive Secretary IOC-UNESCO

Una minaccia in tutte le regioni del mondo

Gli tsunami si verificano relativamente di rado, ma più spesso di quanto si pensi. Il Centro di allerta tsunami dell’UNESCO, localizzato nella regione del Pacifico e ospitato dagli Stati Uniti, ha risposto da solo a 125 eventi di tsunami, con una media di 7 all’anno.

Sebbene la maggior parte degli tsunami colpisca le popolazioni costiere delle regioni del Pacifico e Indiano, tutte le regioni oceaniche sono a rischio. Le statistiche mostrano che la probabilità di un’onda di tsunami superiore a 1 metro nel Mediterraneo nei prossimi 30 anni è vicina al 100%.
Il 78% degli tsunami è provocato dall’attività sismica, il 10% dall’attività vulcanica e dalle frane e il 2% dall’attività meteorologica.

Il nuovo obiettivo UNESCO è in linea con i risultati attesi del Decennio del Mare, ma anche con gli obiettivi concordati a livello internazionale, tra cui l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile e il Quadro di Sendai per la riduzione del rischio di disastri 2015-2030.

UNESCO Tsunami Ready
©Lawrenc Eaton da unsplash

Bibliografia:

UNESCO Press Release: https://www.unesco.org/en/articles/tsunami-resilience-unesco-will-train-100-risk-coastal-communities-2030?utm_source=sendinblue&utm_campaign=UNOcean%20Daily%20Bulletin%2001%20-%202706&utm_medium=email

Maya Gabeira nuova Campionessa UNESCO per l’Oceano e i Giovani

La scorsa settimana, la città di Lisbona ha ospitato la Conferenza delle Nazioni Unite sull’Oceano, un evento di rilevanza globale che mira a rafforzare la cooperazione internazionale promuovendo una migliore comprensione e protezione dell’oceano per trovare soluzioni innovative ai problemi odierni.

In questa occasione, Audrey Azoulay, Direttore Generale dell’UNESCO, ha annunciato la nomina di Maya Gabeira, surfista brasiliana di Big Wave, ad ambasciatrice di buona volontà, nominandola “UNESCO Champion for the Ocean And Youth”.

Maya Gabeira, che attualmente detiene il primato mondiale dell’onda più alta mai surfata da una donna, avrà un ruolo attivo nel promuovere l’advocacy dell’UNESCO sui temi della sostenibilità dell’oceano. La surfista sarà in prima linea per mobilitare le nuove generazioni, ospitando vertici giovanili sulla sostenibilità dell’oceano e agendo come portavoce principale di GenOcean, la nuova campagna dell’UNESCO per stimolare cambiamenti nello stile di vita.

Sono molto preoccupata per le molteplici sfide legate all’oceano, dall’inquinamento alla perdita di biodiversità marina. Ciò che mi motiva nel ruolo di Campionessa UNESCO per l’Oceano e i Giovani è l’opportunità di vedere l’oceano attraverso una molteplicità di prospettive. L’UNESCO agisce per salvaguardare la biodiversità, sostiene la ricerca scientifica e i valori culturali dell’oceano. È per me un onore far conoscere la sua azione

Maya Gabeira, surfista brasiliana e UNESCO Goodwill ambassador “Champion for Ocean and Youth”
Evento di nomina di Maya Gabeira come UNESCO Champion for the Ocean and Youth

Chi è Maya Gabeira?

Maya Gabeira è una surfista brasiliana cresciuta in una famiglia impegnata da sempre sul fronte ambientale, per questo fin da piccola ha capito l’importanza delle questioni climatiche. Le azioni quotidiane aiutano e Maya è consapevole dei prodotti che acquista e delle aziende che sostiene.

Ha iniziato a fare surf all’età di 13 anni a Rio de Janeiro, in Brasile, ed è diventata professionista all’età di 17 anni. Da allora la sua passione è l’oceano.
Nella sua carriera di Big Waves, ha vinto i Billabong XXL Global Big Wave Awards per cinque anni di fila. Ma ha raggiunto l’apice della sua carriera nel 2020 a Nazaré, cavalcando un’onda di 22,4 metri, l’onda più grande mai surfata da una donna, battendo il Guinness World Record.

Dopo 15 anni a stretto contatto con l’oceano, Maya Gabeira ha assistito in prima persona all’impatto dell’inquinamento e del cambiamento climatico sul mondo marino, evidenziando l’urgenza di agire ora. Grazie alla sua collaborazione con la ONG Oceana, Maya Gabeira ha sostenuto una campagna contro la plastica in Brasile. Da oggi dedicherà la sua esperienza e il suo impegno per contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici dell’UNESCO.

Nomina di Maya Gabeira come UNESCO Champion for the Ocean and Youth presso la UN Ocean Conference a Lisbona.

L’impegno di Maya Gabeira per l’oceano

L’atleta brasiliana ha risposto alle domande poste dai giornalisti di UNESCO Courier sulle sfide affrontate nella sua carriera e sul suo impegno per la protezione dell’oceano. Riportiamo qui in italiano alcuni punti interessanti.

Sei stata nominata “UNESCO Champion for the Ocean and Youth”. Qual è il suo messaggio ai giovani di tutto il mondo e cosa può dirci sulla protezione dell’oceano?

È un onore accettare un titolo del genere. Spero di poter diffondere la consapevolezza delle sfide che l’oceano deve affrontare e delle azioni che possiamo intraprendere per proteggerlo! Noi, come individui, possiamo contribuire immensamente a ripristinare la salute dell’oceano.
Trascorro molto tempo nell’oceano e ho visto il suo declino negli ultimi anni. Spero che noi, come singoli individui, possiamo agire ora per preservarlo e fare pressione sui leader mondiali affinché facciano lo stesso su scala più ampia, come è necessario agire per raggiungere gli obiettivi dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 14.

Sei molto esplicita sulla discriminazione di genere nel mondo dello sport e sugli atleti che combattono l’ansia. Puoi dirci qualcosa di più su questi temi?

Ho iniziato a fare surf all’età di 13 anni sulla spiaggia di Ipanema, a Rio de Janeiro. All’epoca, ispirata da un fidanzato e dai compagni di scuola, decisi di unirmi ai ragazzi nell’oceano piuttosto che aspettarli sulla spiaggia.

Ho dovuto impegnarmi sulla questione di genere perché la mancanza di opportunità per noi donne nel surf da onda grande era enorme. Quindi, per continuare a progredire nel mio sport, ho dovuto cambiare le cose. Ho dovuto creare una piattaforma migliore per poter continuare a perseguire una carriera professionale nel surf.
Mi piace anche fare in modo che le atlete che verranno dopo di me non debbano affrontare le mie stesse difficoltà. Questo è il mio piccolo contributo allo sport.

A proposito di salute mentale: quando mi è stato diagnosticato un disturbo d’ansia la mia vita è cambiata in meglio. Ho lottato a lungo, senza sapere cosa avessi. Dopo la diagnosi, l’ho detto alla mia cerchia ristretta e la mia vita è diventata molto più facile. Ho sentito che parlarne ha avuto un grande impatto positivo sulla mia salute.

Nel 2013 un incidente ti ha quasi tolto la vita, ma poi hai avuto un incredibile ritorno battendo due record mondiali. Cosa ti ha dato questa forza?

La passione per questo sport, la passione per l’oceano e il mio stile di vita.

Mi ci sono voluti quattro anni per rimettere in sesto il mio corpo e la mia mente per surfare grandi onde e battere record. Non volevo rinunciare ai miei sogni e non volevo rinunciare a diventare un surfista professionista. Quindi, in un certo senso, è stato più naturale continuare a lottare che abbandonare la mia vita e la mia passione. Il progresso quotidiano mi ha motivata, festeggiando le piccole tappe lungo il percorso.

Quali obiettivi speri di raggiungere in qualità di UNESCO Champion?

In primo luogo, continuare a educare me stessa per essere in grado di educare gli altri; continuare a comprendere la scienza e a seguire le informazioni provenienti dalla ricerca per capire come possiamo proteggere l’oceano in modo più efficace. A livello personale, possiamo proteggere l’oceano con azioni quotidiane, ma spero di poter utilizzare la mia piattaforma e il mio amore per l’oceano per coinvolgere più persone in questa conversazione e contribuire a renderla un argomento di tendenza globale come dovrebbe essere!

Praia do Norte, Nazaré – Portugal @Alessandro Sessa su Unsplash

Bibliografia:

Articolo completo su UNESCO: https://www.unesco.org/en/articles/unesco-welcomes-brazilian-surfer-maya-gabeira-champion-ocean-and-youth

GenO People: https://genocean.org/people/maya-gabeira/

Intervista per UNESCO Courier: https://courier.unesco.org/en/articles/maya-gabeira-individuals-we-can-do-lot-help-oceans-recover

La Conferenza delle Nazioni Unite sull’Oceano 2022

UN Ocean Conference_Decennio del Mare

La seconda Conferenza delle Nazioni Unite sull’Oceano (UN Ocean Conference) del 2022, co-ospitata dai governi di Kenya e Portogallo, si terrà dal 27 giugno all’1 luglio 2022 a Lisbona, in Portogallo. Ma che cos’è e perché è importante questa conferenza?

La Conferenza delle Nazioni Unite sull’oceano è la conferenza dedicata all’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 14 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Questa conferenza mondiale è nata per mobilitare azioni per la conservazione, la protezione e l’uso sostenibile dell’oceano, dei mari e delle risorse marine.

©Renata Romeo | Ocean Image Bank

Perché un’intera conferenza dedicata all’oceano e ai temi marittimi?

L’oceano ci collega tutti quanti in tutto il mondo. Gli ecosistemi, la biodiversità delle specie di flora e fauna, l’abbondanza delle sue risorse e la sua energia sono vitali per la Terra. La salute dell’oceano è fondamentale per il benessere dell’umanità e dell’intero pianeta, ma l’attività antropica ha deteriorato l’oceano, mettendo in pericolo anche la nostra stessa esistenza.

Nonostante ciò, l’uomo ha maltrattato l’oceano ricco di vita al punto che circa il 40% degli ecosistemi marini è stato danneggiato. Per troppo tempo si è creduto che l’oceano fosse infinito e non influenzato dalle attività umane. Gli scienziati hanno iniziato a sollevare le prime preoccupazioni sulla salute dell’ambiente e dell’oceano già negli anni ’70, ma solo di recente questi temi hanno assunto una rilevanza adeguata dal punto di vista politico e mediatico.

Inquinamento e soluzioni - Decennio del Mare
Vincent Kneefel – Ocean Image Bank

Gli effetti futuri sull’ecosistema del pianeta non sono ancora tutti noti, ma le conseguenze per l’umanità non sono positive. Stiamo già iniziando a vedere e a convivere con queste conseguenze. Gli eventi meteorologici estremi colpiscono milioni di persone in tutto il mondo, come le ondate di calore, siccità, forti piogge e inondazioni. In ogni bacino oceanico circolano giganteschi vortici di rifiuti che si accumulano sulla superficie dell’oceano, nella colonna d’acqua e persino negli abissi più profondi del pianeta. Le zone morte, ipossiche – con poco o senza ossigeno -, si stanno espandendo lungo le nostre coste e le fioriture di alghe e mucillagini tossiche stanno soffocando gli ambienti marini e costieri. Le scogliere coralline, che sostengono la vita di moltissime forme di corallo, si stanno sbiancando, diventando cimiteri privi di vita. 

Questo ha portato alla distruzione degli habitat e alla perdita di biodiversità marina. Se questa tendenza persiste, la vita marina in generale sarà seriamente minacciata. Tutti questi problemi derivano dalle attività umane. Spetta quindi all’uomo trovare le soluzioni e mettere in atto azioni concrete.

Conferenza delle Nazioni Unite sull’ Oceano – Lisbona 2022

La Conferenza delle Nazioni Unite sull’Oceano si terrà quest’anno a Lisbona dal 27 giugno all’1 luglio, co-ospitata dai governi del Kenya e del Portogallo. La Conferenza giunge in un momento critico in cui il mondo sta cercando di affrontare molti dei problemi radicati delle nostre società, messi a nudo dalla pandemia COVID-19, che richiederanno importanti trasformazioni strutturali e soluzioni comuni e condivise, ancorate agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Per mobilitare l’azione, la Conferenza cercherà di promuovere le necessarie soluzioni innovative basate sulla scienza, volte ad avviare un nuovo capitolo dell’azione globale per l’oceano. 

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Vale la pena menzionare il crescente interesse e l’importanza acquisita negli ultimi anni del campo dell’Educazione all’Oceano (Ocean Literacy). È diventato chiaro che le persone si preoccupano di ciò che amano e amano ciò che conoscono: l’Educazione all’Oceano mira a promuovere e rafforzare il legame emotivo tra l’oceano e la società, rafforzando gli sforzi globali per la protezione dell’oceano promuovere comportamenti che rispettano l’oceano stesso.

Durante la Conferenza, IOC-UNESCO organizza importanti eventi che forniscono l’opportunità per sbloccare le conoscenze necessarie a raggiungere l’obiettivo per l’oceano che vogliamo.

L’Obiettivo di sviluppo sostenibile 14 dell’Agenda 2030

L‘Agenda 2030, adottata dai 193 Stati membri delle Nazioni Unite nel 2015, si articola sui 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS): l’OSS14 mira a “Conservare e utilizzare in modo sostenibile l’oceano, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile” stabilendo target specifici per conservare e utilizzare in modo sostenibile i bacini oceanici e le risorse marine. L’OSS14 è l’unico piano pratico concordato a livello globale per la conservazione e la gestione sostenibile delle risorse marine; la sua fedele attuazione è quindi la nostra migliore speranza per porre rimedio alle sfide dell’oceano.

I target dell’OSS14 sottolineano, nello specifico, la necessità di lavorare e migliorare nelle seguenti aree: inquinamento marino, conservazione attraverso aree marine protette, acidificazione dell’oceano, regolamentazione delle pratiche di pesca e aumento della ricerca per promuovere la conoscenza scientifica e la consapevolezza.

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La prima Conferenza delle Nazioni Unite sull’Oceano – New York 2017

La prima Conferenza delle Nazioni Unite sull’oceano si è tenuta nel giugno 2017 presso la sede UN a New York (U.S.A.) ed è stata co-ospitata dai governi delle Figi e della Svezia. Era composta da capi di Stato e di governo, rappresentanti della società civile, leader aziendali, portatori d’interesse, accademici, scienziati e sostenitori dell’oceano e della vita marina provenienti da oltre 150 Paesi.

Questa Conferenza ha rappresentato un passo decisivo per la preparazione all’inizio del Decennio delle Nazioni Unite delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile. In particolare, ha promosso i progressi nell’attuazione dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 14, parte fondamentale dell’Agenda 2030.

Questa prima conferenza ha rappresentato una svolta per invertire il declino della salute dell’oceano, puntando a un maggiore coinvolgimento della società, delle aziende private, dei responsabili politici e delle parti interessate in generale. L’azione coordinata ed efficace di nuovi partenariati concreti ha rappresentato – e rappresenta tuttora – l’elemento chiave per sostenere l’SDG14 e per proporre soluzioni tangibili. Lo scambio di conoscenze e competenze tra le diverse parti è un passo essenziale verso lo sviluppo sostenibile ed il ripristino attivo dei nostri ecosistemi marini.

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha dichiarato che azioni globali decisive e coordinate potrebbero risolvere i problemi derivanti dall’attività antropica, nominando l’ambasciatore delle Figi, Peter Thomson, come inviato speciale per l’oceano. Peter Thomson ha sottolineato l’importanza della conferenza: “Se vogliamo un futuro sicuro per le specie su questo pianeta – incluso l’essere umano -, dobbiamo agire ora sulla salute dell’oceano e sul cambiamento climatico”. 

Sono stati definiti i principali elementi perseguiti per ripristinare l’oceano, puntando a un oceano sano, pulito, resiliente, prevedibile, sicuro e coinvolgente.

Questa prima edizione della Conferenza delle Nazioni Unite sull’Oceano ha rappresentato il primo passo sostanziale e la prima chiamata all’azione per ottenere la scienza di cui abbiamo bisogno per l’oceano che vogliamo.


Bibliografia:

https://www.un.org/en/conferences/ocean2022

https://www.un.org/en/chronicle/article/ocean-conference-game-changer

https://www.undp.org/events/un-ocean-conference-2022

https://oceanconference.un.org/about

UNESCO PDF

Ocean Literacy al programma radio Blue Horizon di POLI.RADIO

Blue Schools Network

Puntata radio

17 maggio 2022 20:00 CEST

Il 17 maggio ore 20:00 POLI.RADIO ospiterà una puntata speciale “Blue Horizon: youths for the Ocean”. L’episodio è stato co-creato da IOC-UNESCO e Blue Horizon nell’ambito dell’iniziativa internazionale “European Maritime Day in my country”.

L’EMD 2022 si terrà a Ravenna il 19-20 maggio con “Sustainable blue economy for green recovery” come tema principale. IOC-UNESCO sarà presente con un workshop dedicato alla tematica delle Città Blu e ospite dello EU4Ocean Summit.

Di cosa parleremo?

La puntata “Blue Horizon: the youths for the Ocean” sarà incentrata su tre rilevanti iniziative di IOC-UNESCO per il Decennio del Mare rivolte alle giovani generazioni: campagna Generazione Oceano, “Favole Blu” e “Save the Wave App Challenge“, progetto realizzato in collaborazione con Axa Italia e Gamindo.

L’obiettivo è quello di diffondere le iniziative Ocean Literacy e Ocean Decade intervistando gli esperti del Decennio del Mare utilizzando il metodo dell’intervista breve e dinamica: domande dirette e risposte brevi che vanno dritte al punto.

Chi saranno gli ospiti della puntata?

  • Francesca Santoro, Specialista di Programma per IOC-UNESCO e portavoce del programma Decennio del Mare, racconterà la Generazione Oceano. Francesca Santoro ci parlerà del ruolo chiave delle nuove generazioni e di come possono essere coinvolte nella protezione dell’oceano fin dall’inizio della loro vita. Conosceremo infatti due progetti creati da IOC-UNESCO: Favole Blu e Save the Wave App Challenge.
  • Lucia Moschella, copywrtiter e autrice delle Favole Blu, un progetto divulgativo che si sviluppa attraverso favole tratte da articoli scientifici pubblicati da ricercatrici e ricercatori italiani che lavorano in tutto il mondo e si occupano di Scienze del Mare.
  • Giovanni Chimienti, biologo marino e zoologo dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro e protagonista della prima Favola Blu “Il Natale di Eu Sou”.
  • Jennifer Isella, Corporate Responsibility & Stakeholder Engagement Manager di AXA Italia ci spiegherà l’impegno della realtà assicurativa nella sensibilizzazione all’oceano con Save the Wave App Challenge.
  • Nicolò Santin, fondatore di Gamindo, ci porterà all’interno dello sviluppo del codice per raccontarci come l’Educazione all’oceano è diventata un webgame con Save the Wave App Challenge. 

Blue Horizon: che cos’è?

Blue Horizon è un programma radiofonico di POLI.RADIO, la radio del Politecnico di Milano, che va in onda in diretta il martedì sera dalle ore 20.00 alle 21.00 (CEST). L’iniziativa è sviluppata nel contesto del movimento globale di Ocean Literacy: in ogni puntata quattro diversi ospiti portano gli ascoltatori nel profondo dell’oceano e alla scoperta dell’Economia Blu per fare luce su come il “sistema mare” sta affrontando la transizione verso la sostenibilità, guidato da progetti innovativi, policy di cooperazione e condivisione culturale.

Alcuni giorni dopo l’evento (3-5 giorni), la registrazione della puntata radio sarà resa disponibile in formato di podcast attraverso il sito ufficiale del programma, in modo da poter continuare a diffondere i contenuti delle interviste lungo il periodo della Giornata Europea del Mare 2022.

Unisciti alla rete europea di Blue Schools e porta l’oceano in classe

Blue Schools Network

La rete europea di Blue Schools è un’iniziativa della Commissione Europea, promossa da IOC-UNESCO, che ha lo scopo di coinvolgere scuole, insegnanti, studenti e studentesse in programmi di Educazione all’Oceano (Ocean Literacy) grazie allo sviluppo di progetti didattici e l’inclusione dei temi marini nel programma scolastico. Si tratta di un approccio dal basso che promuove la partecipazione collettiva per un oceano sano ed un utilizzo responsabile delle risorse marine.

L’obiettivo è di portare le tematiche del mare sui banchi di scuola facendo comprendere a studenti, studentesse, famiglie e insegnanti come noi tutti dipendiamo dall’oceano e come le nostre azioni abbiano un forte impatto su di esso. In una Blue School europea, gli stessi insegnanti, studenti e studentesse diventano agenti di cambiamento e promotori della sostenibilità dell’oceano e dei mari

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Un’onda di cambiamento per il futuro della scuola

Gli insegnanti delle Blue Schools europee sono onde di cambiamento per il futuro della scuola e fonte ispirazione per i loro studenti. Attraverso l’adozione dell’Educazione all’Oceano nei programmi scolastici aiutano gli studenti a sviluppare la conoscenza e la comprensione dell’influenza reciproca tra società e oceano, a comprendere l’importanza della biodiversità marina e ad aumentare la consapevolezza sullo stato dei mari.

La comunità internazionale deve fare dell’educazione uno dei pilastri della sua azione per l’oceano. Perché se vogliamo proteggerlo meglio, dobbiamo insegnarlo meglio. In occasione del One Ocean Summit, fisso un obiettivo comune per i nostri 193 Stati membri: includere l’educazione all’oceano nei programmi scolastici entro il 2025

Audrey Azoulay, Direttore Generale UNESCO – Brest (France), One Ocean Summit 2022

È pertanto essenziale che l’oceano diventi parte integrante dei programmi scolastici a livello mondiale. In scia a quanto dichiarato da Audrey Azoulay, Direttore Generale UNESCO, la Commissione Europea invita gli insegnanti e il personale dei servizi educativi di tutte le discipline ad iscriversi e prendere parte alla rete delle European Blue Schools per portare l’oceano in classe.
UNESCO non coinvolge solo le scuole nel processo ma, attraverso il progetto “A new Blue Curriculum: a toolkit for policy-makers”, collabora anche con gli sviluppatori dei programmi educativi, i Ministeri, i governi, la società civile e le parti interessate dell’istruzione per il raggiungimento di un obiettivo comune.

Cosa sono le Blue Schools?

Le Blue Schools sono scuole, sia dell’entroterra sia costiere, che considerano l’oceano come parte centrale del programma scolastico. Le Blue Schools promuovono una nuova generazione di cittadini e futuri leader informati, attivi e responsabili verso le tematiche del mare.

Attraverso l’inclusione delle tematiche del mare nel curriculum o l’avvio di progetti ad hoc, gli insegnanti e gli alunni migliorano la propria comprensione dell’oceano e sviluppano un senso di responsabilità verso il nostro Pianeta.

Il programma della Commissione Europea lavorerà a stretto contatto e in collaborazione con il network delle scuole associate all’UNESCO e il programma di Educazione all’Oceano di IOC-UNESCO “New Blue Curriculum: a toolkit for policymakers” con l’obiettivo di includere i temi del mare nei curriculum scolastici di 193 Paesi entro il 2025. 

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Perché unirsi alla rete di Blue Schools?

Unendosi alla rete europea di Blue Schools, insegnanti ed educatori diventeranno ambasciatori dell’Educazione all’Oceano, generando una maggiore consapevolezza nei giovani in quanto attori principali del cambiamento per un oceano più sostenibile.

L’Educazione all’Oceano contribuisce allo sviluppo di una più ampia e attiva cittadinanza europea grazie all’acquisizione di abilità e competenze marine, skills di leadership e lavori di squadra attivi, critici e responsabili per costruire una generazione capace di affrontare le sfide locali e globali dell’Agenda 2030.
La condivisione e la collaborazione a livello nazionale ed internazionale permetterà un supporto notevole ed immediato per affrontare le sfide ambientali. Infine, la partecipazione delle scuole verrà ulteriormente riconosciuta mediante la certificazione ufficiale di European Blue Schools.

Come diventare una Blue School?

Vuoi diventare parte della rete europea di Blue Schools? Ti basterà proporre un progetto che segua questi criteri:

  1. Interdisciplinarità: il progetto dovrà presentare una tematica centrale interconnessa a diverse attività complementari, coinvolgendo le diverse materie ed affrontando la tematica da diversi punti di vista.
  1. Obiettivo chiaro: il progetto dovrà avere un obiettivo principale chiaro, definito, realizzabile e misurabile.
  1. Coinvolgimento: studenti e studentesse devono coprire un ruolo attivo e definito all’interno del progetto. Insegnanti e educatori fiungono da facilitatori nell’attuazione del progetto, rendendo gli studenti indipendenti e responsabili del suo sviluppo.
  1. Collaborazione: includere un partner locale all’interno del progetto rappresenta una componente chiave, in quanto l’obiettivo è quello di coinvolgere un pubblico più ampio possibile. Può trattarsi di un istituto di ricerca, una ONG, un’azienda o comunque una figura in grado di facilitare lo sviluppo e del progetto da parte degli studenti.
  1. Comunicazione: l’Educazione all’Oceano vede la comunicazione come chiave promotrice del cambiamento. Comunicare i risultati ottenuti dal progetto in maniera esauriente all’interno della comunità locale e degli enti interessati è un elemento essenziale di trasparenza e responsabilizzazione degli studenti. 

La coalizione EU4Ocean

Il programma Blue Schools Network è parte della più ampia iniziativa EU4Ocean, ovvero la Coalizione Europea per l’oceano alla quale possono aderire aziende, organizzazioni, fondazioni e istituzioni per contribuire alla tutela dei mari. 

La coalizione EU4Ocean ha l’obiettivo di connettere enti, progetti, persone ed iniziative educative per aumentare la connessione tra la società e l’oceano con il fine ultimo di contribuire al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, con particolare attenzione all’OSS14 “Vita sott’acqua”.