Ocean&Climate Village è stato inaugurato per la prima volta alla Triennale di Milano dall’1 al 3 ottobre 2021, come attività parte dell’iniziativa Youth4Climate di Pre-COP26.
Questa prima edizione ha ospitato diverse conferenze e dibattiti su vari argomenti, come la salute dell’oceano, la pianificazione urbana, il ruolo del design e delle azione nel creare innovazione per portare soluzioni alle sfide che l’oceano sta affrontando oggi.
La mostra è stata composta da un percorso diviso in otto macro-aree che affrontano il focus principale da diversi punti di vista: climatologia, specie e habitat, alimentazione, cultura, protezione ambientale e le sfide che l’oceano sta affrontando oggi. Diverse sono quindi le tematiche affrontate anche grazie ai dibattiti previsti nelle tre giornate in cui esperti del settore privato, urbano, sanitario e di design, hanno spiegato la relazione che questi campi hanno con l’oceano e il clima della Terra.
Ocean&Climate Village è una sorta di magazine arricchito da infografiche, pannelli interattivi, illustrazioni degli artisti del collettivo Design for the Ocean, opere di Anne de Carbuccia e foto scattate da Enzo Barracco e Giovanni Pellegrini.
Dibattiti e momenti di incontro



Sound safari
A Milano non c’è il mare, ma nei giardini della Triennale e in altre quattro location (piazza Castello, City Life, Darsena e Bosco verticale) è stato possibile ascoltarne il suono grazie al progetto Sound Safari di AreaOdeon. Invece di avvicinare la conchiglia all’orecchio, è bastato inquadrare gli appositi QR Code e scoprire la composizione realizzata dal musicista e sound designer Enrico Ascoli con le registrazioni idrofoniche dei cetacei.
Laboratori
Al centro di questo lavoro di sensibilizzazione mettiamo in particolare i giovani, con l’obiettivo di crescere una generazione che, per il 2030, avrà maturato non solo piena consapevolezza dell’importanza dell’oceano e conoscenza scientifica adeguata, ma che sarà anche pronta a diventare protagonista del cambiamento di cui abbiamo bisogno.

UpSea Down
L’installazione interattiva UpSeaDown unisce scienza, design e comunicazione. Secondo alcuni studi, un incremento della temperatura media globale di 1,5 gradi centigradi potrebbe far innalzare il livello medio del mare di circa un metro già nel 2100. Una catastrofe per città come Miami, Venezia e Bangkok, o per interi stati come le Maldive o Kiribati. Tuttavia, è una minaccia che noi non vediamo a occhio nudo e che quindi possiamo fare fatica a interiorizzare. L’installazione digitale e interattiva UpSea Down la traduce in un’esperienza sonora, tattile e visiva, con un viaggio nel tempo (dal 1940 al 2100) messo a punto dal digital designer Federico Girotto in collaborazione con l’art developer Davide Santini e l’oceanografa Valentina Lovat.
