Trattato dell’Alto Mare: perché la sua adozione è un passo fondamentale per il futuro dell’oceano

Lunedì 19 giugno 2023, i 193 Stati Membri delle Nazioni Unite hanno formalmente adottato il Trattato dell’Alto Mare volto a proteggere la biodiversità oltre i confini nazionali, fino ad ora minacciata da inquinamento, crisi climatica e pesca eccessiva.

Ci sono voluti più di due decenni di negoziati per trovare un’onda comune per riuscire a regolamentare le attività e la preservazione della biodiversità marina nelle zone di alto mare, oltre le zone di giurisdizione nazionale.

Diritto del Mare_Decennio del Mare
Zonazione dello spazio marittimo Camilla Tommasetti per IOC-UNESCO

Le zone considerate “Alto Mare” ricoprono circa il 70% della superficie dell’oceano e circa il 95% del suo volume, ospitando così gran parte della biodiversità marina. Il nuovo accordo va ad agire per contrastare le tre crisi planetarie in atto – climatica, perdita di biodiversità e inquinamento – e invertire il trend di deterioramento dell’ambiente.

“Abbiamo un nuovo strumento. Questo risultato storico testimonia l’impegno collettivo per la conservazione e l’uso sostenibile della diversità biologica marina nelle aree al di fuori della giurisdizione nazionale. Insieme, avete gettato le basi per una migliore gestione dei nostri mari, garantendo la loro sopravvivenza per le generazioni a venire”.

Csaba Kőrösi, Presidente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Perché è importante il Trattato dell’Alto Mare?

Il Trattato sull’Alto Mare, o Trattato sulla Biodiversità Oltre le Zone di Giurisdizione Nazionale, offre un quadro aggiornato alla Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (UNCLOS), entrata in vigore nel 1994. Il nuovo accordo considera l’oceano in tutti i suoi aspetti, valutando la sua importanza nei diversi settori, dall’economia alla regolazione del clima, perdita di biodiversità e inquinamento.

In un periodo in cui c’è un forte aumento di interesse per l’esplorazione e l’utilizzo delle risorse marine delle acque di altura, il trattato mira anche ad aumentare e regolamentare la condivisione dei benefici derivanti dall’utilizzo delle risorse in modo giusto ed equo.

Questo è anche un importante passo per raggiungere, nei tempi previsti, gli obiettivi previsti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e dal Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework per la conservazione della biodiversità.

Sperm Whales swim in the waters off Dominica.

“L’oceano è la linfa vitale del nostro pianeta e oggi avete dato nuova vita e speranza per dare all’oceano una possibilità di combattere”

António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite

Cosa cambia in termini di governance?

Per decenni, le zone di alto mare sono state governate senza considerare le nuove necessità e sfide emerse negli anni.
Molte attività sono regolamentate da diversi accordi e trattati, come il trasporto marittimo, la pesca e le attività estrattive. Ma questi accordi e convenzioni hanno dialogato molto poco tra loro, lavorando in compartimenti stagni e creando assenza di coerenza e coordinamento.

Questa governance frammentata e incoerente è risultata in un sistema inadeguato per gestire e contrastare il degrado ambientale, la crisi climatica e la perdita di biodiversità. Tre crisi che richiedono azioni collettive e coordinate a livello globale.

Grazie all’adozione del Trattato di Alto Mare si accede ad un nuovo quadro di riferimento che offre nuovi strumenti e meccanismi di governance e azione per la conservazione, l’uso e la gestione delle risorse marine.

1. Nuove azioni di protezione oltre i confini nazionali

Il Trattato dell’Alto Mare ha l’obiettivo di portare gli Stati ad assumere la gestione dell’oceano per conto delle generazioni presenti e future, in linea con gli articoli e obiettivi presenti nella Convenzione sul Diritto del Mare (UNCLOS).

Grazie all’adozione del trattato, anche le zone di alto mare hanno acquisito nuove forme di protezione da impatti come l’inquinamento e la pesca eccessiva. Il nuovo accordo contiene 75 articoli che hanno lo scopo di proteggere, prendersi cura e garantire l’uso responsabile dell’ambiente marino, mantenere l’integrità dei suoi ecosistemi e preservare il valore intrinseco della diversità biologica.

L’accordo consentirà di istituire strumenti di gestione basati sulle aree, comprese le aree marine protette, per conservare e gestire in modo sostenibile habitat e specie vitali in alto mare e nell’area dei fondali marini internazionali. L’obiettivo? Tutelare almeno il 30% dell’oceano entro il 2030.

Marine Protected Areas as of November 2022 (data from MPAtlas)

2. Un oceano più pulito

Sostanze chimiche tossiche e milioni di tonnellate di rifiuti vengono riversati quotidianamente negli ecosistemi costieri, provocando ingenti danni agli habitat e alle specie che li abitano, entrando nella catena alimentare e arrivando così fino a noi.

Secondo l’ultimo rapporto sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS), nel 2021 più di 17 milioni di tonnellate di plastica sono entrate nell’oceano, costituendo l’85% dei rifiuti marini. I modelli previsionali stimano che la quantità raddoppierà o triplicherà ogni anno entro il 2040.

Prima di mettere in atto azioni nell’alto mare, gli Stati dovranno valutare i potenziali impatti ambientali di qualsiasi attività pianificata al di fuori delle loro giurisdizioni.

In aggiunta, sul fronte inquinamento, le Nazioni Unite hanno avviato una negoziazione per un nuovo trattato globale per porre fine all’inquinamento da plastica. Si tratta di un passo storico per proteggere la fauna selvatica, l’ambiente e l’umanità dagli effetti nocivi dell’inquinamento derivante da questi materiali.

Che cos'è il bluewashing_Decennio del Mare
Photo by OCG Saving The Ocean on Unsplash

3. Gestione sostenibile degli stock ittici

Secondo le Nazioni Unite, più di un terzo degli stock ittici mondiali è sovrasfruttato. Questo significa che la disponibilità di risorse ittiche diminuisce anno dopo anno.

Il Trattato dell’Alto Mare sottolinea l’importanza di collaborare per aumentare e rafforzare le capacità e trasferire tecnologie innovative, compreso lo sviluppo delle capacità istituzionali e dei quadri o meccanismi normativi nazionali. Per raggiungere l’obiettivo bisogna lavorare per raggiungere una maggiore collaborazione tra le organizzazioni marittime regionali e le organizzazioni regionali di gestione della pesca.

Photo by Milos Prelevic on Unsplash

4. Contrastare la crisi climatica

La crisi climatica riguarda anche l’oceano. L’aumento della temperatura media dell’oceano alimenta lo sviluppo di tempeste rendendole sempre più frequenti e intense. Non solo, contribuisce a velocizzare il fenomeno di innalzamento del livello del mare legato all’espansione termica dell’acqua e allo scioglimento dei ghiacciai terrestri. Questo comporta l’aumento di fenomeni di erosione costiera, alluvione e inondazione di centri abitati e grandi metropoli e la salinizzazione delle terre e delle falde acquifere, diminuendo così la quantità di acqua dolce disponibile.

Per rispondere a queste urgenti preoccupazioni, il Trattato dell’Alto Mare offre una guida per lavorare ad aumentare la resilienza degli ecosistemi mantenendo e ripristinando la loro integrità. Azioni di protezione e rigenerazione contribuiscono anche ad affrontare gli effetti negativi del cambiamento climatico.

Le disposizioni del Trattato dell’Alto Mare inoltre riconoscono anche i diritti e il valore delle conoscenze tradizionali delle popolazioni indigene e delle comunità locali, la libertà della ricerca scientifica e la necessità di una giusta ed equa condivisione dei benefici, come già riportato anche in UNCLOS.

Graphics and lead scientist: Ed Hawkins, National Centre for Atmospheric Science, UoR.
Data: Berkeley Earth, NOAA, UK Met Office, MeteoSwiss, DWD, SMHI, UoR & ZAMG

Sources:

UNEP , UN News , UN DOALOS

10 libri di mare da leggere al mare

Libri di mare_Decennio del Mare

Nella borsa per le vacanze non possono mancare il costume, la crema solare amica del mare, la maschera, le pinne e… qualche libro da leggere sotto l’ombrellone, in barca o su uno scoglio. Ma non libri qualsiasi, libri di mare da leggere dopo una fresca nuotata tra le limpide acque mediterranee. Qui di seguito 10 titoli consigliati dal team del Decennio del Mare.

Vi invitiamo ad entrare nella libreria indipendente vicino a casa, in biblioteca o nei rivenditori second-hand e cercare tra i saggi storici, libri di narrativa e i nuovi titoli. Se viaggiate leggeri e utilizzate un tablet o un ebook, molti libri sono disponibili anche in formato digitale.

1. The Passenger “Oceano

Non potevamo non iniziare con “Oceano”, il nuovo The Passenger Magazine edito Iperborea dedicato proprio all’oceano, protagonista del nostro pianeta e del nostro futuro. Il libro è stato pubblicato l’8 giugno, Giornata Mondiale dell’Oceano, in collaborazione con il Decennio delle Nazioni Unite delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile.

Per farci immergere e navigare nel profondo blu, Iperborea e il team del Decennio hanno selezionato testimoni d’eccezione tra cui Sylvia Earle, icona mondiale dell’oceanografia, Kerstin Forsberg, biologa marina peruviana specializzata nella tutela delle mante, il velista Giovanni Soldini che ci racconta – insieme al climatologo Antonello Provenzale – come ha visto cambiare l’oceano in tanti anni di traversate e Richard Hamblyn, che spiega come nasce e si sviluppa un’onda.

I due reportage sono firmati da Tabitha Lasley, che ci porta a bordo delle piattaforme petrolifere del Mare del Nord, e dai norvegesi Eskil Engdal e Kjetil Sæter, che ripercorrono l’inseguimento più lungo della storia marinaresca: la caccia alla Thunder, nave da pesca illegale, tra le acque dell’Antartide.

E poi, ancora, si parla di trasporto marittimo con la giornalista Rose George, di vagabondi del mare con Valentina Pigmei, di balene con lo scrittore e appassionato Philip Hoare e della favola dell’Hōkūle‘a raccontata da Simon Winchester.

“The Passenger – Oceano” è uno strumento attivo di Ocean Literacy – il programma di Educazione all’Oceano IOC-UNESCO – per conoscere meglio il nostro miglior alleato nella lotta alla crisi climatica.

2. La vita che brilla sulla riva del mare. Rachel Carson

Rachel Carson, pioniera del movimento ambientalista e della riflessione ecofemminista del ‘900, è famosa ai più per la sua opera “Primavera silenziosa”, pubblicata nel 1962 e tutt’ora attuale come pietra miliare dell’ambientalismo.

Non molti sanno, però, che la sua carriera letteraria è iniziata con la pubblicazione di tre volumi dedicati al mare: Under the sea wind, The sea around us e The edge of the sea. Il terzo volume della serie, uscito nel 1955, non era stato mai pubblicato in italiano fino ad ora.

Quest’anno, Aboca Edizioni ha pubblicato quest’ultimo saggio con il titolo La vita che brilla sulla riva del mare. Nel presentare le forme di vita che popolano la costa, l’autrice ci porta a esplorare una pozza di marea, una grotta inaccessibile, a osservare un granchio solitario sulla spiaggia a mezzanotte: grazie a questi e ad altri incontri ci offre non solo uno studio precisissimo sull’ecologia della costa, ma anche un racconto potente ed evocativo sul fragile equilibrio della vita che si trova in riva al mare.

Arricchito da un’introduzione di Margaret Atwood che celebra la lungimiranza della Carson nell’aver intuito il ruolo cruciale dell’oceano per la salute del pianeta e corredato dalle illustrazioni di Bob Hines, presenti anche nell’edizione originale, utilissime per orientare i lettori nel riconoscimento delle piante e degli animali descritti in queste pagine.

La vita che brilla sulla riva del mare è una guida sentimentale di straordinaria accuratezza scientifica per tutti gli amanti del mare e delle grandi letture senza tempo.

3. Storia del mare. Alessandro Vanoli

Alessandro Vanoli, storico e voce del Decennio del Mare, ha deciso di intraprendere un’avventura per narrare una storia del mare che tenga assieme tutto, umanità e animali. Un viaggio del genere intende essere un racconto, fatto di volti, immagini, suoni e colori, con la speranza di restituire un po’ di quello stupore che gli abissi ci hanno sempre dato.

Edito Editori Laterza, Storia del mare comincia in un infinito passato, quattro miliardi di anni fa, raccontando una geologia antica e gli inizi della vita, i dinosauri e i pesci primitivi, i mari scomparsi e le grandi catastrofi. E poi giù negli abissi, per riemergere tra barriere coralline, zone acquitrinose, scogli o spiagge di sabbia.
Quindi naturalmente la storia. Quella delle prime colonizzazioni, dei mezzi e delle antiche imbarcazioni per affrontare il mare e della nascita dei porti. La storia dei grandi miti, quelli biblici e quelli omerici. E le civiltà: i fenici, i greci, i romani; e attorno a questo le rotte dei mercanti, le storie delle anfore, del corallo; i racconti dei pellegrini e dei vichinghi in America e dei cinesi nell’Oceano Indiano.
Una storia fatta anche delle cose più note: la bussola, le caravelle, Cristoforo Colombo, Magellano, Vespucci e i pirati dei Caraibi. Senza mai dimenticare che tutto questo ha a che fare anche con le balene e gli squali, con i tesori nascosti, con le leggende del kraken, del maelstrom, dell’olandese volante e di tutto quanto ha alimentato la nostra fantasia per secoli.
Sino al presente, ovviamente, alla crisi ambientale e allo scioglimento dei ghiacci.

Come riporta l’editore, «Perché fare una storia del mare vuol dire sì parlare dei nostri sogni più profondi, ma anche ricordarci che alla fine siamo solo una specie tra altre specie. Siamo parte del mare ed è questa forse la cosa che più conta in tutta questa avventura millenaria».

4. Quest’ora sommersa. Emiliano Poddi

A centouno anni Leni Riefenstahl nuota tranquilla sui fondali delle Maldive: è la sua ultima immersione, l’ultima volta in cui potrà catturare con i suoi scatti le creature della barriera corallina. Appena dietro di lei c’è Martha, biologa marina trentanovenne, che ha il compito di scortarla sott’acqua. In effetti Martha non è lì per caso: da moltissimo tempo segue Leni, sia pure a distanza. Per anni ha raccolto notizie sulla “regista di Hitler” e le ha riordinate in schede divise per argomenti – citazioni, incidenti, abitudini sessuali –, tutti disperati tentativi di classificazione cui quella donna enigmatica sfugge sempre.
Ora Martha ha l’occasione di studiare Leni da vicino, di tornare indietro, di starle addosso. Di scoprire, forse, perché nel ’41 ha fatto quello che ha fatto alla sua famiglia.

Quest’ora sommersa mette in scena il confronto tra due donne diverse per età, origini, indole e scelte etiche. Figura dolorosa la prima, che sceglie la vita contro la morte, la biologia contro la storia; autoritaria, manipolatrice, pronta a sacrificare qualunque cosa all’estetica, la seconda: entrambe immerse in un mondo liquido dove il respiro e i movimenti seguono altre leggi, dove un’ora può dilatarsi fino ad abbracciare un secolo. 

5. Oceano, una navigazione filosofica. Roberto Casati

Dipendiamo dal mare come risorsa per respirare, per nutrirci, e anche per sognare. Il mare fa parte del nostro ambiente pur restando un mondo altro, temibile quanto irresistibilmente suggestivo, un altrove radicale. Ma è proprio questa sua alterità a permetterci di ripensarlo da una prospettiva inedita, per capire in che misura esso ha fatto di noi quello che siamo, indicandoci quello che dovremmo diventare.

Oceano, una navigazione filosofica è un libro edito Einaudi che descrive l’opera come «un viaggio dentro il mare aperto, siamo un pensiero in movimento. Ci scopriamo accanto all’autore mentre attraversa l’Oceano su una barca a vela in veste di marinaio/filosofo. Perché navigare ci trasforma, asseconda il nostro desiderio di conoscenza e apre le porte della percezione. Veleggiare dentro uno spazio di libertà senza confini che dialoga con il cielo muta radicalmente il nostro rapporto con l’ambiente, con le persone e persino con gli oggetti. La barca diventa una scuola di vita che ci obbliga a pensare ogni cosa da capo per agire in modo nuovo. Dà vita a una forma di conoscenza attiva, costruita dall’azione: una filosofia del mare.»

6. La saggezza del mare. Björn Larsson

Sofia Rossi su Youmast ha descritto lo scrittore scandinavo Björn Larsson come «L’amore per il mare e per la navigazione, le vicende sentimentali tormentate e la passione per la lingua francese e per Parigi sono elementi della sua vita che Larsson rilegge in un’unica chiave: quell’imprescindibile bisogno di libertà che dà il titolo alla sua opera».

Edito Iperborea, ne La saggezza del mare l’autore riflette sulla vita come la si vede dal pozzetto e dal ponte di una barca a vela. Descritto dalla casa editrice come una sorta di diario di bordo interiore tenuto negli anni passati senza fissa dimora con la barca come unica casa, navigando nell’Atlantico e nel Mare del Nord, tra Scozia, Irlanda, Galles, Bretagna, Galizia ed Ebridi, lasciando che i pensieri seguano l’umore del vento e il ritmo delle onde, mossi da epiche traversate, dagli ancoraggi di porto in porto, da incontri e da solitudini, da paesaggi e letture, cercando di capire perché è così forte su molti l’attrazione del mare da preferirne i rischi e i disagi alla comoda sicurezza della terraferma e quale segreta armonia c’è tra il suo costante moto e le più profonde aspirazioni umane.

Il bisogno di libertà, per esempio, dal superfluo e dai condizionamenti, dalle convenzioni e dal cartellino da timbrare, che è l’immediata conquista del navigare, il tornare nomadi e vagabondi, legati al presente e all’essenziale, ritrovando nella lentezza della vela il ritmo del camminare, l’apertura agli altri, le chiacchierate sotto le stelle, la felicità di superare i propri limiti senza altri testimoni che gli elementi. 

7. Il vecchio e il mare. Ernest Hemingway

Un classico romanzo letterario che non si può perdere. Premiato con il premio Pulitzer nel 1953, fu l’ultima opera di narrativa scritta in vita da Ernest Hemingway.

Santiago è un vecchio pescatore che da 84 giorni non riesce a pescare neanche un pesce, eppure, raccoglie le forze e riprende il mare per una nuova battuta di pesca che ha il sapore di un’iniziazione. Nella disperata caccia a un enorme marlin nel mare dei Caraibi, nella lotta quasi a mani nude contro gli squali che un pezzo alla volta gli strappano la preda, lasciandogli solo il simbolo della vittoria e della maledizione finalmente sconfitta. In questo momento, Santiago stabilisce, forse per la prima volta, una vera fratellanza con le forze incontenibili della natura. E, soprattutto, trova dentro di sé il segno e la presenza del proprio coraggio, la giustificazione di tutta una vita.

8. Il libro del mare. Morten A. Strøksnes

Il libro del mare edito Iperborea è la storia vera di due amici, Morten Strøksnes e un eccentrico artista-pescatore, che con un piccolo gommone e quattrocento metri di lenza partono alla caccia di questo temuto abitante dei fiordi. Ma Il libro del mare è anche una riflessione sulla storia naturale dell’uomo, che è arrivato a mappare l’intero globo e a navigare tra le stelle, eppure sembra conservare un’ossessione per il mito del mostro, forse per un atavico istinto predatorio, o per la paura dell’ignoto che ancora oggi il mare ci risveglia. 

Nelle profondità del mare intorno alle isole Lofoten vive il grande squalo della Groenlandia, un predatore ancestrale nonché il vertebrato più longevo del pianeta, tanto che oggi potremmo imbatterci in un esemplare nato prima che Copernico scoprisse che era la terra a girare intorno al sole. 

9. Il Mediterraneo in barca. Georges Simenon

Il noto scrittore Georges Simenon, tra il 1931 e il 1956 lavorò come reporter per finanziare la sua curiosità. Così, alla vigilia di ogni viaggio, Simenon andava da un amico caporedattore e gli diceva: «La settimana prossima parto. Le interessano dodici articoli?». Ma proprio perché concepiti in funzione dell’unica attività che gli stesse a cuore, la scrittura – non a caso ha voluto intitolare il volume che li raccoglie Mes apprentissages («Il mio apprendistato») –, i suoi pezzi giornalistici non fanno dunque che rivelarci un’altra faccia del Simenon romanziere.

Lo scrittore ha dichiarato «Ho sempre colto la differenza fra l’uomo vestito e l’uomo nudo. Intendo dire l’uomo com’è davvero, e l’uomo come si mostra in pubblico, e anche come si vede allo specchio». 

In questo viaggio tra le acque del Mediterraneo – da Porquerolles alla Tunisia passando dall’Elba, Messina, Siracusa, Malta – a bordo di una goletta, Simenon non riesce a limitarsi a capire e descrivere il Mare nostrum ma si conferma nella sua vera vocazione: raccontare storie.

10. Leviatano ovvero la balena. Philip Hoare

Un opera edita Einaudi nel 2013, che porta alla scoperta dei segreti più intimi delle balene e della stretta relazione tra l’umanità e questi incredibili mammiferi.

Partendo di volta in volta da un aneddoto, una storia, un ricordo personale, una pagina di libro epico o sacro, un esperimento scientifico o una esplorazione geografica, Hoare ricostruisce con maestria mondi interi, scoperte meravigliose nello spazio e nel tempo (e soprattutto in mare).

I cetacei erano simboli di ricchezza e potere: la corona britannica era consacrata con l’olio di balena, e un dente di balena istoriato con il sigillo presidenziale accompagnò Kennedy nel suo ultimo viaggio. La moglie l’aveva acquistato come regalo, ma il presidente non fece in tempo a vederlo e la sera prima del funerale Jacqueline lo mise nella bara del marito. Un gesto d’affetto e dal forte valore simbolico, che rimandava ai re medievali sepolti con i simboli del potere, come talismani che riflettevano il valore di chi li aveva posseduti.