Perché l’oceano è così importante per la vita sulla Terra?

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Affermare che l’oceano è il cuore del nostro pianeta non sarebbe un’esagerazione, l’oceano è importante per la vita sulla Terra, compresa quella dell’essere umano. Il suo equilibrio e la sua salute sono essenziali per la sopravvivenza e la prosperità di tutte le forme di vita, umane e non.
Più di due terzi della Terra sono coperti d’acqua, ed è per questo che dovremmo chiamarlo Pianeta Blu. L’oceano, che contiene il 97% di tutta l’acqua del pianeta, è diviso in cinque bacini principali: Pacifico, Atlantico, Indiano, Artico e Meridionale. In realtà, però, è un unico enorme corpo d’acqua, chiamato anche “oceano globale” che collega tutto il mondo.

Questo incredibile corpo d’acqua non solo ci fornisce cibo, lavoro, vita e divertimento, ma funziona anche come sistema di supporto vitale per il pianeta, ed è essenziale comprendere la complessità del suo ruolo nelle nostre vite. 

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Matt Hardy from Pexels

Perché l’oceano è importante?

Ecco alcune informazioni sul ruolo dell’oceano nella nostra vita. Questi fatti potrebbero sorprendervi, e certamente vi convinceranno dell’importanza di sviluppare una relazione sostenibile con il nostro Pianeta Blu. 

  • L’oceano è il più grande ecosistema della Terra: ospita il 99% dello spazio abitabile del pianeta.
  • L’oceano copre circa il 71% della superficie terrestre e contiene più del 97% dell’acqua della Terra.
  • Il fitoplancton, una microalga che vive sulla superficie dell’oceano, produce, attraverso la fotosintesi, circa il 50-80% dell’ossigeno che respiriamo. 
  • L’oceano stocca carbonio: assorbe enormi quantità di biossido di carbonio (CO₂), uno dei gas serra principalmente responsabili del cambiamento climatico.
  • L’oceano regola il clima su scala globale spostando il calore in giro per il pianeta. Le correnti calde si muovono dai poli verso l’equatore e tornano indietro dopo essersi raffreddate, influenzando i modelli meteorologici della Terra.
  • L’oceano fornisce milioni di posti di lavoro, beni e servizi alle persone di tutto il mondo. 

Salvaguardare gli ecosistemi marini è quindi della massima importanza se vogliamo proteggere il nostro pianeta dal cambiamento climatico, tutelare la nostra salute e quella di tutta la vita sulla Terra.

Le attività umane legate all’oceano

Gli esseri umani hanno esplorato e fatto uso delle risorse dell’oceano fin dall’inizio dei tempi. Diamo un’occhiata alle principali attività che svolgiamo grazie all’oceano e che sono considerate parte dell'”Economia Blu”, ovvero tutte le attività industriali basate sull’oceano. 

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Adrien Sala – Unsplash

Cibo

Il mare rappresenta circa il 17% della produzione globale di carne commestibile. È una fonte importante di cibo per le persone di tutto il mondo e, come sappiamo, la domanda globale di cibo è in aumento. Il cibo di origine marina contiene proteine, acidi grassi essenziali e micronutrienti biodisponibili, che sono particolarmente importanti nei paesi a basso reddito e con deficit alimentare. 

Il cibo dell’oceano può essere prodotto dalla pesca selvaggia o dalla maricoltura. Tuttavia, l’impatto della pesca può essere devastante per la salute dell’oceano e sono necessarie nuove politiche per salvaguardare gli ecosistemi marini.

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Pexels

Energia

Sapevi che le risorse energetiche marine, come le onde, le maree, le correnti e i gradienti di salinità e temperatura, possono essere utilizzate per la produzione di energia rinnovabile

Negli ultimi decenni, la ricerca ha portato a enormi progressi nelle tecnologie necessarie per sviluppare l’energia marina: l’oceano e le sue acque potrebbero essere la chiave per sviluppare un futuro più sostenibile.

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William William from Unsplash

Trasporti

Quasi il 90% del commercio globale avviene attualmente utilizzando le rotte marittime: l’oceano contiene tutte le più importanti rotte commerciali del pianeta.

Il settore del trasporto marittimo è una fonte di posti di lavoro per milioni di persone e fa parte di un intero cluster di attività economiche che creano un grande valore economico dall’oceano.

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Jeremy Bishop from Pexels

Attività ricreative

Sappiamo tutti che una vacanza al mare è sempre meglio! Il turismo, le attività ricreative e il divertimento rappresentano un’altra grande fetta dell’economia legata all’oceano e alle acque costiere. È della massima importanza sviluppare pratiche sostenibili in questo settore in modo da poter continuare a godere del mare e delle sue meraviglie. Così facendo, sosterremo anche le isole, le comunità costiere e i loro abitanti. 

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Hal Gatewood-Unsplash

Nuove attività estrattive

Negli ultimi anni, l’oceano è stato ulteriormente esplorato, nuove industrie sono state stabilite e hanno prosperato. Queste includono l’estrazione di componenti per scopi medicinali, la coltivazione di alghe per cibo e carburante e l’estrazione di nuove materie prime.

Le minacce che affronta l’oceano

Con la crescita dei bisogni delle persone e dell’economia, cresce anche l’impatto che l’uomo ha sull’oceano. È essenziale, in questo momento, ripensare il nostro rapporto con l’oceano e lavorare verso un approccio più sostenibile.

La principale minaccia da affrontare è l’inquinamento dell’oceano e, come si può ben immaginare, la maggior parte di esso proviene dalle attività umane, sia lungo le coste che nell’entroterra. Ecco alcune delle principali cause dell’inquinamento marino.

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Gije Cho – Pexels

Inquinamento da fonti non puntuali – Deflusso

L‘inquinamento NPS è il risultato del deflusso del terreno, delle precipitazioni e della deposizione atmosferica. 
Con le piogge o le nevicate che si muovono attraverso il terreno, gli inquinanti raccolti e trasportati si depositano alla fine in laghi e fiumi, e poi sono portati fino all’oceano. 

L’inquinamento da fonti non puntuali può includere:

  • Eccesso di fertilizzanti, erbicidi e insetticidi
  • Olio e sostanze chimiche tossiche provenienti dalle automobili
  • Sedimenti provenienti da cantieri mal gestiti
  • Depositi di terra e minerali dall’irrigazione e dalle miniere abbandonate
  • Batteri e nutrienti dal bestiame e da sistemi settici difettosi

Come prevenire l’inquinamento da fonti non puntuali? Tutti noi possiamo fare qualcosa nella nostra vita quotidiana per prevenire l’inquinamento. Ecco una lista di base di quello che puoi fare:

  • Tenere i rifiuti fuori dalle grondaie e dagli scarichi stradali: attraverso questi, i rifiuti vengono spesso passati direttamente a laghi, fiumi e zone umide.
  • Usa prodotti naturali per il giardino.
  • Sbarazzati correttamente dell’olio usato e di altri prodotti chimici (cioè non nelle fogne o negli scarichi).
  • Assicurati che il tuo sistema settico funzioni correttamente con ispezioni di routine.
  • Usa prodotti per la casa a basso contenuto di fosforo.

Scarico diretto o intenzionale

Lo scarico intenzionale è causato da persone che decidono che il posto migliore per scaricare sostanze chimiche tossiche e detriti sono i nostri corsi d’acqua.

Gli scarichi diretti includono:

  • Rifiuti tossici da impianti industriali
  • Materiali fognari passati direttamente nell’oceano
  • Scarichi deliberati da petroliere e imbarcazioni che non rispettano i regolamenti 
  • Rifiuti gettati in acqua, la maggior parte dei quali sono di plastica

Perdite di petrolio o sostanze chimiche

Le fuoriuscite di petrolio e di prodotti chimici sono dette fonti di inquinamento puntuale, perché provengono da una singola fonte. Quelle risultanti da strutture danneggiate o difettose sono anch’esse considerate un tipo di inquinamento puntuale. 

Questi eventi sono tipicamente causati da incidenti e possono avere un impatto estremamente distruttivo sull’ambiente circostante. Fortunatamente, non accadono molto spesso e di solito vengono affrontati prontamente. 

Tuttavia, come tutti sappiamo, il petrolio greggio è molto difficile da pulire e ha effetti devastanti a lungo termine sugli ecosistemi marini

Le fuoriuscite di petrolio non sono gli unici modi in cui le navi inquinano il mare: scaricano in acqua anche detriti di plastica, rifiuti umani e grandi quantità di carburante. Per non parlare dell’inquinamento acustico che producono, che altera l’equilibrio della vita marina. 

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Dustan Woodhouse from Unsplash

Abbandono di rifiuti (littering)

La spazzatura nell’oceano e nei corsi d’acqua è un effetto dell’abbandono dei rifiuti in generale, anche se lontano dall’entroterra, e non solo il risultato dei detriti gettati direttamente in mare: i sistemi di scarico delle acque portano i rifiuti dell’entroterra fino all’oceano. I detriti marini provengono dagli esseri umani, sia da fonti terrestri che oceaniche. 

Esempi comuni di detriti marini possono essere oggetti di plastica, come borse della spesa e bottiglie, involucri di plastica e attrezzi da pesca.

È ormai noto che il littering e l’inquinamento marino causano la formazione di zone ad alta concentrazione di rifiuti che si trovano al centro dei vortici dell’oceano. I vortici, o gyres, sono correnti oceaniche rotanti; ce ne sono cinque: uno nell’Oceano Indiano, due nel Pacifico e due nell’Oceano Atlantico.

Come prevenire l’inquinamento causato dal littering: per risolvere il problema dei detriti marini, e specialmente quello dei rifiuti di plastica, dobbiamo cambiare l’approccio della società all’uso e allo smaltimento della plastica.

Estrazione mineraria nell’oceano e nelle profondità marine

L’estrazione mineraria in alto mare consiste nel perforare il fondo dell’oceano per estrarre materiali come oro, litio, cobalto, rame e zinco.

Questa attività è devastante per l’equilibrio dei livelli più profondi del mare, la maggior parte dei quali è ancora inesplorata. Non solo distrugge gli habitat e gli ecosistemi, ma porta anche alla creazione di depositi di solfuro, il cui impatto ambientale dannoso non è ancora ben compreso. 

Alcuni scienziati avvertono che, per estrarre minerali preziosi, potremmo distruggere interi ecosistemi e spazzare via intere specie che non abbiamo ancora scoperto.

Ne vale davvero la pena?

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Coral reef in Sombrero Island, Philippines Jett Britnell – Ocean Image Bank

Come bilanciare economia e conservazione

Diamo un’occhiata ad alcune strategie che possiamo attuare, sia nella nostra vita quotidiana che su scala più ampia, per bilanciare il nostro uso dell’oceano e la salvaguardia dei suoi ecosistemi e della sua salute.

Ridurre l’inquinamento marino

Una delle cose più importanti che possiamo fare è impedire ai rifiuti e alla plastica di entrare nell’oceano. A livello individuale, dovremmo tutti cercare di ridurre il nostro consumo, in particolare degli oggetti di plastica monouso, così come sostenere e incentivare la produzione e l’uso di alternative valide e sostenibili.

Ecco alcuni altri cambiamenti verso cui possiamo lavorare come società:

  • Eliminare la combustione del carbone, che a sua volta ridurrà l’inquinamento da mercurio;
  • passare dai combustibili fossili alle energie rinnovabili;
  • vietare l’uso di oggetti di plastica monouso, come cannucce e borse di plastica;
  • controllare meglio la produzione dell’inquinamento costiero;
  • espandere le aree marine protette per salvaguardare gli ecosistemi critici.

Gestire la produzione alimentare in modo sostenibile

La popolazione mondiale sta aumentando e così la produzione di cibo. Tuttavia, dobbiamo fare del nostro meglio per creare una crescita sostenibile in questo settore. Per esempio, possiamo lavorare per l’implementazione di una governance globale dell’oceano e di catene di approvvigionamento più trasparenti, che a sua volta rafforzerebbe le opportunità per le comunità locali e le città costiere. 

Questo comporterebbe, per esempio, l’aumento del monitoraggio, del controllo e della sorveglianza per evitare la pesca illegale e non regolamentata, un’attività che ha effetti disastrosi sugli ecosistemi dell’oceano. 

È anche essenziale evitare le pratiche di pesca dannose e la pesca eccessiva, così come l’implementazione di politiche che minimizzino l’impatto ambientale dell’acquacoltura.

Mitigare il cambiamento climatico

Come abbiamo spiegato, il cambiamento climatico e l’oceano sono inestricabilmente connessi. Per evitare di aggravare la crisi del riscaldamento globale, dobbiamo affrontare il modo in cui trattiamo il nostro oceano. L’attenzione negli anni seguenti sarà su:

Decarbonizzare il trasporto marittimo

Il trasporto marittimo è responsabile di circa il 30% delle emissioni globali di NOx, che sono state collegate a migliaia di morti gravi e premature nelle zone costiere.

È quindi essenziale lavorare per ridurre le emissioni del trasporto marittimo.

Sviluppare energia pulita e basata sull’oceano

La rivoluzione dell’energia rinnovabile basata sull’oceano è già iniziata: tutto quello che dobbiamo fare ora è aumentare gli investimenti per permettere l’adozione di nuove tecnologie. Naturalmente, possiamo sfruttare la potenza dell’oceano solo mantenendo un occhio attento a minimizzare l’impatto sugli ecosistemi marini.

Promozione del turismo sostenibile

Raggiungere un turismo marino e costiero sostenibile che sia in grado di resistere e superare le crisi future è possibile, ma richiede importanti investimenti pubblici e privati. Ad esempio promuovere soluzioni basate sulla natura, reinvestire le entrate generate dal turismo nelle comunità locali e nei progetti di sostenibilità e incoraggiare la trasparenza in tutte le attività.

Evitare la perdita di biodiversità e proteggere le acque costiere

Un altro modo per promuovere uno sviluppo ecocompatibile è sostenere la protezione e la conservazione delle acque costiere e degli ecosistemi marini. 

Per esempio, con la creazione e il sostegno di aree marine protette e lo sviluppo di infrastrutture basate sulla natura che possono aiutare le comunità locali a gestire le attività marine in modo sostenibile.

Non è assolutamente troppo tardi! Insieme, possiamo lavorare per la creazione di un’Economia Blu sostenibile e olistica.

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Ryan Pernofski Unsplash

Bibliografia

https://oceanservice.noaa.gov/facts/why-care-about-ocean

https://www.weforum.org/agenda/2019/08/here-are-5-reasons-why-the-ocean-is-so-important/

https://oceanconservationtrust.org/think-ocean/why-is-the-ocean-important/

https://www.wave-utilities.co.uk/advice-guidance/blog/why-our-oceans-are-important-human-life-and-our-planet

https://www.nationalgeographic.org/media/why-ocean-matters/

https://lisbdnet.com/why-is-the-ocean-important-to-humans/

https://www.theoceanpreneur.com/impact/ocean-education/seven-reasons-ocean-important/

https://geoblueplanet.org/ocean-resources/

Vi presentiamo l’Oceano Pacifico

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A causa di fattori culturali, geografici e storici, abbiamo “diviso” l’oceano in cinque bacini oceanici conosciuti con i nomi di Oceano Pacifico, Atlantico, Indiano, Artico e Meridionale. In questo articolo, ci concentreremo sul più grande bacino oceanico del pianeta, l’Oceano Pacifico, e scopriremo tutti i suoi dettagli e caratteristiche.

La Terra ha un unico grande oceano che collega tutto il mondo e contiene più del 97% della quantità totale di acqua del pianeta. L’oceano è anche il più grande ecosistema della Terra: rappresenta il 99% di tutta la biosfera, ospitando così un elevato numero di specie. Questo enorme corpo d’acqua è noto anche come Oceano Globale.

Qual è il più grande bacino oceanico?

Il più grande bacino oceanico è l’Oceano Pacifico. Occupando quasi il 32% della superficie terrestre, il Pacifico copre 165.250.000 chilometri quadrati (63.800.000 sq. mi), e circa il 46% della superficie d’acqua della Terra.

Si estende dalle coste occidentali dell’America del Nord, del Centro e del Sud fino all’Oceania, all’Asia e alla Russia nel Nord e contiene circa 30.000 isole divise tra le regioni Polinesia, Melanesia e Micronesia.
Il Pacifico si collega anche al bacino dell’Oceano Indiano vicino allo Stretto di Malacca, Sumatra, e all’Atlantico attraverso lo Stretto di Magellano e il Passaggio di Drake. La sua massima estensione latitudinale raggiunge i 19.000 km (12.000 miglia) tra la costa della Colombia e la penisola malese.

Il bacino dell’Oceano Pacifico ha il doppio della superficie e più di due volte il volume d’acqua dell’Atlantico, secondo in termini di dimensioni. Un fatto curioso è che l’area ricoperta dal Pacifico supera quella ricoperta dalle terre emerse di tutti i continenti messi assieme. 

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Bacino dell’Oceano Pacifico, Esteban Gottfried per IOC-UNESCO

Da dove arriva il nome “Oceano Pacifico”?

Il suo nome deriva dal fatto che l’esploratore portoghese Ferdinando Magellano, durante il suo viaggio verso le Filippine, trovò l’oceano abbastanza tranquillo, quindi “pacifico”.

Quanto è profondo l’Oceano Pacifico?

Il punto più profondo del bacino dell’Oceano Pacifico è conosciuto come Challenger Deep e si trova nella Fossa delle Marianne, ad una profondità di 11.034 m (36.201 piedi). È il punto più profondo registrato nel mondo, situato a est delle Filippine. È così profondo che il monte Everest entrerebbe nel Challenger Deep con oltre un miglio di margine!

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Suddivisione tra Pacifico settentrionale e Pacifico meridionale, Esteban Gottfried per IOC-UNESCO

Quanti “Oceani Pacifici” ci sono?

La risposta è uno, ma la circolazione oceanica (causata dall’effetto Coriolis) lo suddivide in due volumi d’acqua indipendenti che si incontrano all’equatore: l’Oceano Pacifico settentrionale e l’Oceano Pacifico meridionale. Le isole Galápagos e Gilbert, pur essendo a cavallo dell’equatore, sono considerate interamente all’interno del Pacifico meridionale.

Il Pacifico settentrionale è la parte del bacino dell’Oceano Pacifico che si trova a nord dell’equatore. Si estende dalle coste orientali dell’Asia alle coste occidentali del Nord e Sud America (fino all’Equatore) e si estende a nord fino alla regione artica.

Il Pacifico meridionale si trova a sud dell’Equatore, copre una parte importante dell’emisfero meridionale (SH) e gioca un ruolo importante nel sistema climatico globale. Infatti, l’Oceano Pacifico tropicale funziona come sistema autoregolato di accumulo e rilascio di calore, ridistribuendolo verso i poli. Essendo un processo relativamente stazionario, quando il Pacifico è in sovraccarico di calore, provoca episodi di riscaldamento repentini che aumentano il rischio di eventi climatici estremi.

Temperatura

L’oceano è stratificato, e uno dei principali fattori di questa stratificazione è la temperatura: le acque profonde, che compongono circa l’80% del volume dell’oceano, sono molto fredde, con temperature stabili appena sopra lo zero, di solito intorno ai 3,5 °C (38,3 °F). Nella zona superficiale, invece, fino ad una profondità di circa 300 metri (1.000 piedi) la temperatura varia notevolmente. 

Di solito, la temperatura dell’acqua nel Pacifico settentrionale è leggermente più alta di quella del Pacifico meridionale. Ciò è dovuto al rapporto mare-terre emerse, più basso nell’emisfero nord rispetto all’emisfero sud, e all’influenza dell’Antartide e dell’Oceano Meridionale.

Salinità

Data la vastità dell’Oceano Pacifico, le sue caratteristiche fisiche come la salinità sono molto variabili sia nel Pacifico occidentale che in quello orientale, a causa dei cambiamenti stagionali delle correnti di superficie.
In generale, l’Oceano Pacifico presenta una salinità leggermente inferiore rispetto a quella dell’Oceano Atlantico, per la presenza di precipitazioni atmosferiche. Nelle zone tropicali e sub-tropicali del Pacifico, infatti, le precipitazioni sono più intense e sono associate ai monsoni della regione. A causa di questo fenomeno, la salinità è generalmente inferiore nell’area equatoriale.

La salinità, insieme alla temperatura, è anche una componente fondamentale per garantire l’interscambio di ossigeno e nutrienti tra le acque superficiali e quelle più profonde.
La combinazione di salinità e temperatura generano le correnti termoaline profonde che, assieme alle correnti superficiali generate dal vento, danno origine al Grande Nastro Trasportatore Globale, un movimento costante nell’oceano intorno al globo. L’acqua fredda e salata si forma ai poli e, a causa della sua alta densità, affonda, mentre l’acqua calda che si forma ai tropici, vicino all’equatore, è meno densa e rimane in superficie.

Questo movimento è importante per l’intero pianeta, in quanto regola il clima in tutto il mondo ed è anche fondamentale per il trasporto di ossigeno e nutrienti per gli ecosistemi marini e costieri.

Clima

I modelli climatici degli emisferi settentrionale e meridionale si rispecchiano generalmente l’uno nell’altro ma nell’Oceano Pacifico questo non avviene.

In particolare, nel Pacifico del Nord ci sono notevoli differenze tra le regioni orientali e occidentali nella stessa latitudine: le temperature estreme che caratterizzano gli inverni al largo della costa orientale della Russia, per esempio, contrastano con gli inverni più miti della regione di British Columbia.

Le aree tropicali e subtropicali dell’Oceano Pacifico sono periodicamente influenzate da oscillazioni meteorologiche, dalla durata di circa tre mesi, note come El Niño e La Niña Southern Oscillations. Sia El Niño, sia La Niña rappresentano modelli climatici periodici che causano, rispettivamente, processi di riscaldamento e raffreddamento delle acque oceaniche superficiali della zona sud-est delle Hawaii: se è più di 0,5 °C (0,9 °F) sopra o sotto la norma per quel periodo, allora El Niño o La Niña è considerato in corso.

L’Oceano Pacifico comprende altri fenomeni climatici, noti come cicloni tropicali. Tra questi, riconosciamo gli uragani del Pacifico che normalmente hanno origine nel sud del Messico, talvolta, colpiscono le coste messicane e a volte gli Stati Uniti principalmente tra giugno e ottobre.
I tifoni che si formano nella zona nord-occidentale del Pacifico colpiscono il sud-est asiatico da maggio a dicembre. Mentre le isole del Pacifico sono occasionalmente soggette ai cicloni tropicali che si formano nel bacino meridionale.

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Tom Vierus, Ocean Image Bank

Biodiversità

Ta tutti i bacini oceanici, il Pacifico vanta la biodiversità marina più ampia. Le correnti che collegano le acque polari meridionali e settentrionali del Pacifico permettono il contatto tra forme di vita provenienti da regioni oceaniche diverse.

Una delle caratteristiche principali di questa varietà è data dalle foreste di kelp, che si trovano sulle coste rocciose d’acqua fredda del Nord e Sud America. Questi ambienti, simili a foreste, hanno una biodiversità animale quasi altrettanto varia quanto quella delle foreste pluviali: ospitano una grande varietà di vita marina, dagli invertebrati, ai pesci, i mammiferi e gli uccelli marini.

Nelle zone tropicali del Pacifico occidentale, la ricchezza di biodiversità marina aumenta in modo esponenziale. Qui possiamo trovare le scogliere coralline più ricche ed estese del pianeta. Le barriere coralline del Pacifico meridionale sono strutture basse sviluppatesi su strutture vulcaniche basaltiche localizzate sotto la superficie dell’oceano.
Una delle scogliere coralline più imponenti è la Grande Barriera Corallina al largo dell’Australia nord-orientale, formata da più catene di barriere coralline.

Balene, tartarughe marine, delfini, orche, lontre e leoni marini sono una componente importante e spettacolare della vita del Pacifico.

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Anello di Fuoco, Esteban Gottfried per IOC-UNESCO

Geologia

La ricerca ha dimostrato che tutte le principali caratteristiche del fondale del Pacifico e le terre che lo circondano trovano la spiegazione della loro origine nella tettonica delle placche.

Il “Ring of Fire” (l’Anello di Fuoco), caratteristica ben nota del Pacifico, è la zona dove si trova la maggior parte dei vulcani attivi del mondo, per lo più situati sott’acqua. L’Anello di Fuoco è un arco composto da isole vulcaniche e profonde fosse localizzato nella parte occidentale del Pacifico, nella zona dove due placche tettoniche si scontrano (zona convergente), scivolando una sotto l’altra. A causa di questo fenomeno, il bacino dell’Oceano Pacifico si sta attualmente restringendo di circa 2,5 cm all’anno su tre lati, con una media di circa 0,52 chilometri quadrati (0,20 sq mi) all’anno. Al contrario, l’Oceano Atlantico sta aumentando la sua dimensione. 

Dalla parte opposta, l’East Pacific Rise è una zona attiva in cui si genera nuova crosta terrestre. Nel sud-est del Pacifico, la placca di Nazca e la placca sudamericana si scontrano formando la Cordigliera delle Ande e, poco più a largo, si trova la Fossa Perù-Cile.

Poiché le placche tettoniche si muovono bruscamente, si assiste alla presenza di terremoti in tutto l’Anello di Fuoco. Non è una novità che i terremoti più forti mai registrati siano avvenuti proprio qui.
Il terremoto del 1960, vicino a Valdivia in Cile, è stato il più potente nella storia, registrando una magnitudo pari a 9.5 nella Scala Ritcher.

Risorse minerarie

L’Oceano Pacifico contiene risorse di minerali interessanti, delle quali solo alcune soon già state sfruttate, come il sale, il bromo e il magnesio. Ci sono anche noti depositi di gas naturale nella piattaforma continentale di entrambi gli emisferi nord e sud, mentre soon già state esplorate le riserve petrolifere vicino al Vietnam, alle Filippine, all’Indonesia, alla California, alla Russia e alla Cina.
I minerali possono essere estratti direttamente dall’acqua marina, da depositi alluvionali o dalla piattaforma continentale.

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Vortici dell’Oceano Pacifico, Esteban Gottfried per IOC-UNESCO

Quali sfide sta affrontando oggi l’Oceano Pacifico?

Uno dei problemi principali, come è ormai chiaro, è l’inquinamento marino, principalmente dato da rifiuti solidi quali plastica e altri detriti. Nel Pacifico, troviamo il più grande vortice di spazzatura, o zuppa di plastica, conosciuto anche come “Great Pacific Garbage Patch“: si tratta di  un’enorme area di accumulo di rifiuti, compresa la plastica, che si trova al centro delle due correnti circolari (gyres) del Pacifico settentrionale e meridionale.

L’inquinamento è causato principalmente dalla cattiva gestione dei rifiuti (littering), dal trasporto marittimo, dalle miniere e trivellazioni, dalle fuoriuscite di petrolio e dal dumping oceanico – lo scarico diretto di sostanze inquinanti nell’oceano da industrie, navi o impianti di depurazione.

Altre gravi minacce all’equilibrio dell’Oceano Pacifico sono la pesca eccessiva e le pratiche di pesca illegale, che distruggono gli ecosistemi marini e si lasciano dietro un numero incredibile di detriti nocivi.

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Coral reef in Sombrero Island, Philippines Jett Britnell – Ocean Image Bank

Bibliografia

https://www.britannica.com/place/Pacific-Ocean

https://www.eionet.europa.eu/gemet/en/concept/5695

https://www.sciencedirect.com/topics/earth-and-planetary-sciences/north-pacific-ocean

https://www.usgs.gov/programs/earthquake-hazards/science/20-largest-earthquakes-world

https://oceanservice.noaa.gov/facts/conveyor.html

https://www.britannica.com/place/Pacific-Ocean/Temperature-and-salinity