Salinità bacini oceanici: chi è il più salato?
L’articolo indaga la variazione di salinità dei bacini ocea…

L’articolo indaga come varia la salinità nei diversi bacini oceanici, confrontandoli tra loro e scoprendo qual è il più salato e perché.
La salinità dell’acqua marina (chiamata salinità) varia notevolmente nei vari bacini oceanici. Gli scienziati si riferiscono alla salinità come parti per mille (ppm), che rappresenta la quantità totale di sale disciolto nell’acqua: grammi di sale disciolti in un chilogrammo di acqua.
Come si misura la salinità?
Gli strumenti utilizzati per misurare la salinità sono diversi, ma ricordiamo i principali:
- Il rifrattometro: strumento di misura ottico che sfrutta le diverse lunghezze d’onda per determinare l’indice di rifrazione di una sostanza e misurare la concentrazione di sale nell’acqua.
- Il densimetro: strumento per misurare direttamente la densità del liquido e quindi capirne la salinità.
- Le immagini satellitari: satelliti come l’Aquarius della NASA, scattano immagini della stessa zona periodicamente, di solito con una frequenza settimanale. Questi satelliti sono in grado di calcolare e rappresentare la salinità utilizzando una scala di colori. Ogni colore rappresenta una determinata quantità di sostanze organiche ed inorganiche disciolte nell’acqua in quel preciso momento.

Cosa influisce sulla salinità?
Le precipitazioni e l’evaporazione determinano la distribuzione della salinità, controllata anche dalle correnti d’acqua. Ma la salinità in una specifica parte dell’oceano dipende anche dal deflusso dei fiumi.
Vicino all’equatore, i tropici ricevono costantemente la maggior quantità di pioggia. Di conseguenza, l’acqua dolce che cade nell’oceano contribuisce a diminuire la salinità dell’acqua superficiale in quella regione. Man mano che ci si sposta verso i poli, le piogge diminuiscono e, con meno pioggia e più sole, aumenta l’evaporazione dell’acqua marina in superficie.
Alcuni laghi, come il Mono Lake in California e il Mar Caspio in Asia, sono ancora più salati. L’evaporazione può far sì che corpi idrici isolati diventino estremamente salati, o ipersalini. Un buon esempio è il Mar Morto. L’alto contenuto di sale del Mar Morto aumenta drasticamente la densità delle sue acque, consentendo agli esseri umani di galleggiare molto più che nell’oceano. I sali vengono lasciati quando l’acqua evapora da queste fonti d’acqua senza sbocco sul mare. I livelli di sale continuano ad aumentare nel tempo. Molti di questi laghi salini si trovano in luoghi aridi, con scarse precipitazioni e temperature calde durante il giorno.
Una curiosità sul Mar Morto
Il Mar Morto ha una salinità di 280 ppm, circa otto volte più salata dell’acqua marina media (35 ppm). È così salato che non esistono pesci o piante acquatiche che possano viverci, tuttavia, alcune colonie di batteri e microalghe sono riuscite ad adattarsi e sopravvivere a questo ecosistema iper-salato.

Bacino dell’Oceano Pacifico
La salinità delle acque superficiali del bacino dell’Oceano Pacifico è fortemente influenzata dai venti, dalle precipitazioni e dai modelli di evaporazione. Le acque della fascia di calma di vento vicino all’Equatore hanno in genere salinità più basse di quelle della fascia degli alisei. Ciò è dovuto al fatto che vicino all’Equatore piove molto e l’evaporazione è scarsa; la salinità può arrivare a 34 ppm.
La salinità nelle zone aperte del sud-est, invece, può raggiungere i 37 ppm, mentre le salinità più basse, meno di 32 ppm, si trovano all’estremo nord del Pacifico.
Bacino dell’Oceano Atlantico
Le acque superficiali dell’Atlantico settentrionale hanno livelli di salinità che superano i 37 ppm, tra i più alti al mondo. I livelli di salinità nell’Atlantico meridionale sono più bassi, con circa 34,5 ppm.
Questa discrepanza, ad esempio, può essere spiegata dalla forte evaporazione del Mar Mediterraneo e dallo scarico di acqua ad alta salinità, che contribuisce a mantenere più alta la salinità dell’Atlantico settentrionale.
Il Mar dei Sargassi, che copre circa 2 milioni di miglia quadrate e si trova a circa 2.000 miglia a ovest delle Isole Canarie, è la regione più salata dell’Atlantico settentrionale. L’alga marrone galleggiante “sargassum“, da cui deriva il nome del mare, separa il Mar dei Sargassi dall’oceano aperto.
L’elevata temperatura dell’acqua (fino a 28.3°C) e la lontananza del Mar dei Sargassi dalla terraferma sono causa della sua elevata salinità. Questo mare infatti non riceve afflussi di acqua dolce.
Una curiosità sul Mar Mediterraneo
Il Mar Mediterraneo, ad esempio, è più salato del resto del bacino dell’Oceano Atlantico. Studiando il sale del Mar Mediterraneo, gli scienziati hanno scoperto che 5,33 milioni di anni fa il Mar Mediterraneo si è prosciugato per un lungo periodo di tempo. Questo periodo è noto come Crisi di Salinità del Mediterraneo (MSC-Messinian Salinity Crisis).

Bacino dell’Oceano Indiano
La salinità delle acque superficiali del bacino dell’Oceano Indiano varia da 32 a 37 ppm, con sostanziali variazioni regionali. La zona subtropicale dell’emisfero meridionale presenta un’elevata salinità superficiale, mentre le zone a bassa salinità vanno dall’Indonesia al Madagascar lungo 10° S. A 60°S, la salinità dell’acqua superficiale è compresa tra 33 e 34 ppt.
Il Mar Arabico ha uno strato superiore ad alta salinità, raggiungendo i 37ppm a causa degli alti tassi di evaporazione.
A causa del drenaggio di acqua dolce dai fiumi, la salinità dello strato superficiale del Golfo del Bengala è significativamente ridotta, meno di 32 ppm.
Una curiosità sul Mar Arabico
Il bacino settentrionale dell’Oceano Indiano presenta una salinità superficiale del mare dipolare, unica nel suo genere anche alla stessa fascia di latitudine. Ciò è dovuto al fatto che il Mar Arabico è dominato da regimi di alta e bassa evaporazione ed è la principale regione di deflusso delle acque ad alta salinità: Mar Rosso e Golfo Persico.
Al contrario, il Golfo del Bengala è caratterizzato da precipitazioni più abbondanti e dal deflusso di acqua dolce dai fiumi più grandi del mondo (Gange e Brahmaputra).
Tuttavia, il Mar Arabico e il Golfo del Bengala si scambiano acqua intorno allo Sri Lanka, mantenendo un equilibrio di acqua salata.

Bacini dell’Oceano Artico e dell’Oceano Meridionale
Le basse salinità si verificano nei mari polari, dove l’acqua salata è diluita dallo scioglimento dei ghiacci e dalle continue precipitazioni. Anche i mari ricchi di foci di fiumi o le insenature costiere che ricevono un consistente deflusso dalle precipitazioni che cadono sulla terraferma possono avere basse salinità.
Sebbene il bacino dell’Oceano Artico sia generalmente più fresco rispetto agli altri oceani, con livelli di salinità che vanno da 30 a 34 ppm, i livelli di salinità variano da regione a regione e le aree con forte afflusso fluviale possono avere salinità ancora più basse.
D’altra parte, il bacino dell’Oceano Meridionale è caratterizzato da un’elevata salinità superficiale del mare (SSS) a nord del fronte subtropicale, grandi gradienti di salinità attraverso i principali fronti polari e bassa salinità superficiale nella zona antartica a sud del fronte polare.
Bibliografia
https://oceanservice.noaa.gov/facts/whysalty.html
https://www.nhm.ac.uk/discover/quick-questions/why-is-the-sea-salty.html
https://www.usgs.gov/faqs/why-ocean-salty
https://www.britannica.com/story/why-is-the-ocean-salty
http://ponce.sdsu.edu/usgs_why_is_the_ocean_salty/usgs_why_is_the_ocean_salty.html
http://iprc.soest.hawaii.edu/users/jensen/jensenGRL01.pdf
https://www.nature.com/articles/23231